Maran: "Guida autonoma, le citta sono pronte: ora tocca alla politica" - Affaritaliani.it

Milano

Ultimo aggiornamento: 16:35

Maran: "Guida autonoma, le citta sono pronte: ora tocca alla politica"

L'europarlamentare Pd Pierfrancesco Maran ha promosso l'evento "Guida autonoma: schierare l’Italia in prima fila". L'obiettivo di giungere ad un modello integrato di mobilità

di Matteo Respinti

Guida autonoma: tecnici, aziende e amministratori si sono confrontati sul ruolo dell’Italia in un settore in rapida evoluzione. L'evento al MEET Digital Culture Center di Milano promosso da Pierfrancesco Maran

Maran: "Guida autonoma, le citta sono pronte: ora tocca alla politica"

Una mattinata di confronto tra tecnici, aziende e amministratori a tutti i livelli per discutere il futuro della mobilità autonoma e il ruolo dell’Italia in un settore in rapida evoluzione. Si è svolto oggi, lunedì 14 luglio 2025, al MEET Digital Culture Center di Milano l’evento "Guida autonoma: schierare l’Italia in prima fila", promosso dall’europarlamentare Pierfrancesco Maran (PD, gruppo S&D). 

Maran: "La guida autonoma è una realtà che si sta già consolidando"

Maran ha aperto i lavori sottolineando l’urgenza di una strategia condivisa a livello europeo e nazionale: "La guida autonoma non è più una prospettiva futura, ma una realtà che si sta consolidando nei mercati globali. In Europa siamo ancora in ritardo. Dobbiamo scegliere se sviluppare tecnologie nostre o dipendere da Paesi terzi". Per il deputato dem è ora di superare i progetti pilota isolati, puntando su un modello integrato di mobilità, anche nel trasporto pubblico on demand.  "Abbiamo invitato tutte le forze politiche a confrontarsi. Serve un approccio condiviso: le città sono pronte, ora tocca alla politica nazionale fare la sua parte".

Censi: "Si possono integrare guida autonoma e trasporto pubblico"

A seguire, l’assessore del Comune di Milano Arianna Censi ha ricordato la sperimentazione della Mille Miglia con veicoli autonomi, in collaborazione con il Politecnico, e gli investimenti in infrastrutture intelligenti lungo assi strategici come la 90/91: "Abbiamo dimostrato che è possibile integrare guida autonoma e trasporto pubblico. Ma servono norme chiare e un sostegno europeo, perché oggi sperimentare è ancora troppo complicato". Milano, ha aggiunto, è pronta a collaborare con Torino e altri attori per fare dell’Italia un laboratorio di innovazione accessibile anche ai più fragili.

Nel primo panel, dedicato al confronto europeo, sono intervenuti Angelo Bonfitto (Politecnico di Torino), Giorgio Gori (europarlamentare PD), Benedetta Scuderi (Verdi) e Carlo Fidanza (FDI). Gori ha espresso dubbi sulla competitività del modello europeo: "Da un lato il capitalismo di Stato cinese, dall’altro i colossi privati americani. In Europa ci affidiamo a piccoli operatori non coordinati". Scuderi ha denunciato un sistema industriale troppo conservatore: "Finanziamo tecnologie obsolete. La guida autonoma può ridurre le emissioni e favorire la condivisione, ma i grandi player non vanno in quella direzione". Fidanza, in un videomessaggio, ha difeso il modello UE: "Gli USA hanno meno regole, ma l’Europa tutela di più consumatori e sicurezza. Dobbiamo integrare l’innovazione senza rinunciare alla regolamentazione".

Il secondo panel ha dato voce a città e aziende. Il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, ha definito la guida autonoma "una delle frontiere fondamentali su cui occorre agire", rilanciando l’impegno della città in chiave tecnologica e sostenibile. Amerigo Del Buono, direttore Operations di ATM, ha distinto tra applicazioni nel mass transit e nel trasporto a chiamata: "Noi facciamo trasporto di massa, ma abbiamo esperienza con la guida autonoma in metropolitana. La gradualità è fondamentale". Paolo Micheli, sindaco di Segrate, ha ricordato l’importanza delle aree suburbane per testare soluzioni innovative e ha candidato il proprio comune per accogliere i progetti pilota e la messa a terra del convegno.

Nel terzo panel, il professor Sergio Matteo Savarese (Politecnico di Milano), “tecnico di riferimento” dell’evento, ha sottolineato la necessità di un "lavoro di ecosistema" che coinvolga ricerca, industria e istituzioni. Andrea Casu (PD), ha lamentato il ritardo normativo del Codice della Strada: "Abbiamo mancato l’occasione per introdurre i sensori anti-angolo cieco. Il nostro parco circolante è tra i più vecchi d’Europa". Ha poi ribadito l’urgenza di evitare nuove disuguaglianze: "La guida autonoma deve servire anche le aree interne, integrandosi con il trasporto pubblico".

Giulia Pastorella, europarlamentare e consigliera comunale a Milano per Azione, ha denunciato gli ostacoli normativi e culturali: "Durante la revisione del Codice della Strada abbiamo cercato di rimuovere il vincolo che definisce i veicoli come 'guidati dall’uomo', ma le aperture sono state bloccate proprio da chi oggi invoca una strategia nazionale". Ha poi criticato l’atteggiamento di chi vede l’innovazione come un lusso: "Non si tratta del miliardario che si beve il cocktail mentre l’auto si guida da sola, ma di ripensare la mobilità urbana e collettiva, soprattutto per i più fragili".

Anche Fabio Raimondo, membro della Commissione Trasporti della Camera per Fratelli d’Italia, ha inviato un proprio videomessaggio, ringraziando Maran: "La guida autonoma è una realtà che si sta consolidando, ma l’Italia è frenata da un quadro normativo superato". Ha poi ricordato la risoluzione per colmare il vuoto legislativo: "Serve aggiornare il Codice della Strada, un Piano nazionale per la guida autonoma e incentivi alle tecnologie connesse".

L'appello di sessanta sindaci italiani per la guida autonoma

Durante l’evento è stato diffuso un appello sottoscritto da più di 60 sindaci italiani per rendere l’Italia un laboratorio della guida autonoma. Il documento chiede un quadro normativo più semplice, armonizzato con quello europeo, e sottolinea i benefici ambientali, sociali e infrastrutturali della guida autonoma, sia in città che nelle aree interne.

Il messaggio finale, rilanciato da Maran, è netto: l’Italia ha le competenze, le università, le aziende pubbliche e le amministrazioni pronte. Ma senza una strategia nazionale, rischia di restare ai margini della più grande rivoluzione tecnologica nella mobilità contemporanea.

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