Matteo Renzi a Direzione Nord: “Il sovranismo economico uccide il Made in Italy” - Affaritaliani.it

Milano

Matteo Renzi a Direzione Nord: “Il sovranismo economico uccide il Made in Italy”

Il leader di Italia Viva difende Marina Berlusconi, attacca l’estrema destra, invoca un’opposizione unita e chiede più attenzione ai salari e all’innovazione.

di redazione

Matteo Renzi a Direzione Nord: “Il sovranismo economico uccide il Made in Italy”

Matteo Renzi, Presidente Italia Viva tra i relatori protagonisti della XXV edizione di 'Futuro Direzione Nord', la rassegna di convegni istituzionali promossa dalla Fondazione Stelline nella sede di Assolombarda il 9 maggio a Milano, alle ore 10:30.

Renzi, intervenuto a margine dell’evento, ha espresso apprezzamento per la figura del nuovo Pontefice, Leone XIV, sottolineandone il valore simbolico: “Per chi ama e conosce la tradizione dei nomi papali, Leone è un nome straordinario, soprattutto per quei cattolici che fanno politica pensando al sociale”. Il riferimento è alla Rerum Novarum e all’impegno per i lavoratori, elementi che secondo Renzi dovrebbero ispirare anche la politica odierna. Tornando ai temi più propriamente politici, Renzi ha poi ribadito: “Non credo che su molte delle politiche della destra estrema Papa Prevost possa essere identificato come un trampiano, tutt'altro”.

Parlando con i cronisti, il leader di Italia Viva ha detto: "Il sovranismo economico di Trump uccide il Made in Italy, e chi non ha il coraggio di smarcarsi da certe posizioni è un problema per l’Italia". Un plauso, invece, a Marina Berlusconi, "una delle poche imprenditrici che ha il coraggio di dirlo".

Renzi ha anche commentato il crescente investimento nella difesa da parte del governo Meloni, criticando la premier per un approccio “da influencer”: "La Meloni dice oggi quello che dicono tutti ieri. È passata da viva Trump a viva Biden, da contro l’euro a europeista. Ma intanto, mentre crescono i like su Instagram, non crescono gli stipendi". Sul futuro del centrosinistra ha infine lanciato un appello alla responsabilità: "La Meloni governa con il 26%, non perché è forte, ma perché dall’altra parte siamo divisi. Se ci mettiamo insieme, va a casa. Basta rinfacciarsi il passato".

"A sinistra è ora di smettere di rinfacciarsi il passato"

Interpellato sull’impatto politico dei prossimi referendum sul lavoro, Renzi è netto: "Questi referendum saranno un fallimento in termini di astensione. Nessuno guarda al quesito, si discute solo di tattiche." Quanto al possibile “lancio” politico di Maurizio Landini, Renzi minimizza: "Le letture politiche lasciano il tempo che trovano. I referendum non risolveranno nulla, il problema vero sono i salari, non i licenziamenti".

Sull’orizzonte politico a Milano, Renzi frena: "Il sindaco è ancora Beppe Sala, e governerà per altri due o tre anni. Quando sarà il momento, si vedrà. Prima ci sono amministrative e regionali, e io dico: se la Meloni perde a Genova o nelle Marche, iniziano i segnali di crisi". Il vero segnale, però, per Renzi è un altro: "Meloni ha paura di perdere e vuole cambiare la legge elettorale. Sa che se il centrosinistra si unisce, può andare a casa". E aggiunge: "Tutti ridevano del nostro 2%, ma quel 2-3% può essere decisivo. Lo sa anche lei". L’ultimo messaggio è rivolto alle forze del centrosinistra: "La Meloni governa solo perché la sinistra è divisa. È ora di smettere di rinfacciarsi il passato". Renzi non rinnega le sue scelte da premier: "Non cambio idea sul Jobs Act, su Industria 4.0, sui diritti civili. Ma voglio cambiare il futuro, e per farlo dobbiamo lavorare insieme su tre priorità: stipendi, innovazione e concretezza".








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