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Milano Fashion Week, terzo giorno: Prada incanta, Armani raddoppia, Cavalli chiude in bellezza
Sobrietà e minimalismo a fianco di colore e teatralità: il racconto della terza giornata della Fashion Week

Milano Fashion Week
Milano Fashion Week, terzo giorno: Prada incanta, Armani raddoppia, Cavalli chiude in bellezza
La terza giornata della Milano Fashion Week ha portato con sé un ritmo serrato, scandito da una sequenza di sfilate che hanno spaziato dall’eleganza sartoriale più rigorosa alla sperimentazione creativa, fino agli eccessi scenografici che hanno fatto vibrare il pubblico. Dal mattino presto fino a tarda sera, Milano si è trasformata in un grande palcoscenico diffuso, capace di alternare momenti di sobria raffinatezza a spettacoli ricchi di energia e teatralità.
Ad aprire la giornata è stata Max Mara in via Piranesi, con la sua firma inconfondibile: linee pulite, toni neutri, silhouette precise e un’eleganza pensata per la donna moderna. Una collezione che ribadisce il lessico classico del marchio, ma con un tocco di freschezza nei dettagli, mai ridondanti e sempre studiati con misura. Subito dopo, Genny ha scelto la via Mecenate per mostrare una femminilità sofisticata, fatta di trasparenze calibrate, tessuti setosi e giochi di luce. Una passerella che ha fatto della leggerezza la sua forza, senza perdere la concretezza di un guardaroba pensato per un uso reale, quotidiano e al tempo stesso seducente.
Alle 11:30 è stata la volta di Boss, con una collezione essenziale e fortemente urbana: completi dal taglio netto, palette neutre e un mood business-chic che conferma l’anima internazionale del marchio tedesco. Un ritorno all’essenza, in contrasto con la delicatezza proposta poco prima da Genny. A metà giornata, Anteprima ha portato sul palco via San Luca con il suo universo romantico, dove i fiori diventano protagonisti e i tessuti si muovono leggeri come veli. Una passerella che ha avuto quasi l’effetto di un prologo ideale all’attesissima sfilata di Prada.
Prada, Armani, Moschino, Maison Margiela, Francesco Murano, Cavalli: le sfilate del pomeriggio
E infatti, alle 14:00, Prada ha acceso i riflettori in via Lorenzini con uno show che è stato uno dei momenti più attesi dell’intera settimana. La maison ha portato in scena un dialogo tra tradizione e avanguardia: tagli sartoriali rigorosi si sono intrecciati con materiali innovativi, sperimentazioni cromatiche e dettagli quasi scultorei. La cifra stilistica di Miuccia Prada, visionaria e sempre in bilico tra il classico e il concettuale, ha confermato ancora una volta la leadership del brand nella moda globale. Il pomeriggio ha poi vissuto un doppio appuntamento con Emporio Armani in via Bergognone, dove alle 15:00 e alle 16:00 Giorgio Armani ha voluto mostrare due lati distinti della sua estetica. Da un lato l’eleganza senza tempo, con tessuti preziosi e linee morbide; dall’altro una vena più contemporanea e sperimentale, pensata per un pubblico giovane e internazionale. Una doppia esposizione che ha sottolineato la capacità della maison di muoversi tra classicismo e innovazione senza perdere coerenza.
Alle 17:00, l’irriverenza di Moschino ha acceso via Olona. La maison ha puntato ancora una volta sull’eccesso giocoso: colori saturi, stampe irriverenti, dettagli teatrali e un’ironia che si fa linguaggio. In un contesto spesso dominato dal minimalismo, Moschino ha rivendicato con orgoglio la propria vocazione allo spettacolo, trasformando la moda in racconto visivo. A seguire, MM6 Maison Margiela ha presentato una collezione più concettuale, fondata sulla destrutturazione e sul layering. Qui la bellezza è stata cercata nell’imperfezione, nel frammento, nel gioco di stratificazioni che sembrano casuali ma sono in realtà studiate con precisione. La serata è proseguita con la passerella di Francesco Murano, giovane talento che ha saputo catturare l’attenzione con un’estetica fresca e personale. Le sue creazioni hanno mostrato sicurezza e consapevolezza, con un equilibrio tra audacia e portabilità che lo proietta tra i nomi emergenti più interessanti del panorama milanese.
A chiudere la giornata, in grande stile, ci ha pensato Roberto Cavalli. Nella location di via Moncucco, la maison ha regalato al pubblico uno show ad alta intensità, dove pelle, stampe animalier e silhouette audaci hanno celebrato la sensualità sfacciata che da sempre contraddistingue il marchio. Una chiusura spettacolare, quasi cinematografica, che ha lasciato un segno forte sul pubblico. La giornata ha mostrato con chiarezza alcune linee comuni: il ritorno alla sobrietà e al minimalismo nei tagli, contrapposto a esplosioni di colore e teatralità nei brand più estrosi; la centralità del layering e delle texture a contrasto, che trasformano il movimento del tessuto in linguaggio; e, soprattutto, la conferma di Milano come crocevia fertile per i grandi nomi e i giovani designer.