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Saint Georges Premier: l'eleganza del gusto nel cuore verde del Parco di Monza
Un rifugio di gusto ed eleganza nel cuore del Parco di Monza, dove la cucina poetica di Giuliano Fusaro e la visione stellata di Roberto Conti trasformano ogni piatto in un’esperienza autentica e senza tempo

Giuliano Fusaro (Saint Georges Premier)
Saint Georges Premier: l'eleganza del gusto nel cuore verde del Parco di Monza
Ci sono luoghi che sembrano respirare insieme alla natura, spazi in cui il tempo si dilata e la cucina diventa linguaggio poetico. Nel cuore del Parco di Monza, tra le antiche querce e i sentieri che conducono alla Villa Reale, si apre un’oasi di bellezza e silenzio: il Saint Georges Premier.
Un ristorante unico, costruito nel 1838 dall’architetto Giacomo Tazzini, che conserva ancora oggi l’eleganza aristocratica delle sue origini, quando le famiglie reali organizzavano qui battute di caccia e ricevimenti di corte.
Oggi, quel fascino nobile e discreto si fonde con una visione contemporanea del gusto e dell’ospitalità. L’interno, dominato dal bianco e dal legno naturale, riflette la luce che filtra dalle grandi vetrate affacciate sul giardino. Le travi a vista raccontano la storia, mentre l’aroma del pane appena sfornato accoglie gli ospiti con la familiarità di una casa lontana dal mondo. L’atmosfera è di quelle rare, dove la pace del parco e la grazia del luogo si incontrano per creare un’esperienza sensoriale completa, fatta di silenzio, profumi e sapori autentici.
Alla guida della cucina c’è il giovane e talentuoso chef Giuliano Fusaro, che raccoglie la prestigiosa eredità gastronomica del Saint Georges Premier e la proietta nel futuro con entusiasmo, equilibrio e una profonda sensibilità per la materia prima. Dopo esperienze nei migliori ristoranti milanesi, Fusaro porta qui una filosofia chiara: rispetto per la tradizione, leggerezza e costante ricerca dell’armonia.
"La cucina è un dialogo con la natura che ci circonda"
“La cucina è come un dialogo con la natura che ci circonda – racconta –. Ogni stagione ci parla, suggerisce colori, profumi, consistenze. Il mio compito è ascoltare quella voce e trasformarla in emozione nel piatto.”
La collaborazione con lo chef stellato Roberto Conti, consulente gastronomico del ristorante, ha permesso di coniugare rigore tecnico e libertà creativa. Conti ha tracciato le linee guida di una cucina elegante, pulita, mai ridondante, mentre Fusaro le interpreta con la freschezza e la curiosità di una nuova generazione.
“Con Roberto ho imparato che la semplicità è la forma più alta della complessità. Ogni ingrediente deve potersi esprimere senza essere sopraffatto. La tecnica serve a esaltare la natura, non a mascherarla.”
La nuova carta d’autunno è un racconto di gusto e di luce. Gli antipasti sono preludi aromatici: la Catalana di Crostacei del Saint Georges è un inno alla freschezza, mentre la Quaglia con scorzonera e cioccolato unisce dolcezza e intensità in un gioco di contrasti che sorprende senza mai forzare. La Capasanta con polpo, patate, champagne e bergamotto profuma di mare e agrumi, evocando l’energia vitale del Mediterraneo.
Nei primi piatti, Fusaro mostra la sua mano più personale. Il Risotto mantecato al Fine Champagne con Parmigiano e foglia d’ostrica è cremoso, elegante, costruito con precisione millimetrica. “È un piatto che racconta il mio modo di cucinare: materie prime eccellenti, rispetto delle consistenze e una leggerezza che invita a proseguire.”
Lo Spaghettone Barilla Al Bronzo con bisque di scampo al lemongrass, olio al fumo e salicornia regala un viaggio sensoriale tra mare e terra, mentre il Risotto al radicchio in agrodolce, lampone e stracciatella celebra l’autunno con toni vellutati e note acidule, in un perfetto equilibrio di dolcezza e freschezza.
Nei secondi, la cucina del Saint Georges Premier si fa più matura e meditativa. Il Fagiano come una Porchetta, con salsa al Passito e verdure baby al burro, è un omaggio alla storia del luogo e alla tradizione lombarda, mentre il Morone planciato con zucca e salvia e il Lombo d’agnello con porro bruciato e salsa alla liquirizia raccontano la contemporaneità, dove il gusto incontra la purezza e la tecnica lascia spazio alla sensibilità.
“Il fagiano è un piatto simbolo per noi – spiega Fusaro –. Un legame con la storia del Saint Georges Premier, ma reinterpretato in modo leggero, attuale, con una dolcezza che parla di memoria e di rispetto.”
I dessert, curati dalla pasticceria interna, chiudono il percorso con un’eleganza dolce e discreta. La Lemon Tarte moderna con crema al limone e meringa al rosmarino è una piccola architettura di profumi; la Pera al vin brulé con cacao salato evoca il calore dell’autunno; la Crostatina di fragole, menta e meringa riporta alla leggerezza dell’infanzia, come un sorriso gentile dopo una sinfonia perfetta.
Il servizio di sala, diretto da Enea Kapllani, accompagna ogni momento con professionalità e calore, mentre il sommelier Giulio Magrì seleziona etichette capaci di raccontare la stessa filosofia del ristorante: autenticità e raffinatezza. La cantina ospita i vini del Podere Castel Merlo, protagonisti anche del percorso degustazione, in un dialogo continuo tra territorio e sapore.
Fusaro: "Non c'è grande chef senza una grande squadra"
“Non esiste un grande chef senza una grande squadra,” racconta Giuliano Fusaro, con un sorriso che tradisce l’orgoglio e la riconoscenza per la sua brigata. “Il Saint Georges Premier vive dell’energia di ogni persona che lo anima ogni giorno: il nostro Executive Chef Roberto Conti, con la sua visione e il suo rigore, è la bussola che orienta tutto il progetto. Io cerco di tradurre quella visione in una cucina che parli di emozioni, ma il cuore pulsante è la squadra. Antonio Urrito, con la sua sensibilità negli antipasti, trasforma ogni piatto in un piccolo racconto; Andrea Urbano porta nei primi la misura perfetta tra tecnica e istinto; Alessandro Crippa dà forza e carattere ai secondi con precisione e sensibilità. E poi c’è Yasmin Agira, la nostra Pastry Chef, che con grazia e creatività riesce a chiudere ogni percorso con dolcezza e poesia. Dietro le quinte lavorano con dedizione Janni, il nostro plongeur di cucina, e Johnson Dapaah, che con il suo sorriso instancabile tiene viva l’armonia. A guidare il servizio, Enea Kapllani e Giulio Magrì, professionisti impeccabili che curano ogni dettaglio con discrezione e calore, affiancati da Alice Meroni e Geno Pelivani, i nostri Chef de Rang, che rappresentano il volto dell’accoglienza. E in ultimo, non perché meno importante, Sara Mazzoleni, anima pulsante del locale, che gestisce la location e gli eventi, dando forma e vita a ogni esperienza. Siamo una famiglia: ognuno di noi contribuisce con la propria personalità a costruire un’esperienza che va oltre il piatto. È questo il vero segreto del Saint Georges Premier.”
Sedersi al Saint Georges Premier è come prendersi una pausa dal mondo. Dalla veranda si intravedono i raggi del tramonto filtrare tra gli alberi, il silenzio del parco si mescola alle note discrete del servizio, e ogni piatto diventa parte di un racconto che parla di natura, arte e vita.
“Non voglio stupire a tutti i costi – confida Fusaro –. Voglio che chi esce da qui senta di aver vissuto qualcosa di vero, un’esperienza che resta, fatta di gusto, calma e armonia.”
Forse è proprio questo il segreto del Saint Georges Premier: riuscire a unire la grazia del luogo, la memoria della sua storia e l’anima di chi lo abita oggi, in una sinfonia di bellezza che profuma di equilibrio e di autenticità. Un ristorante che non si limita a nutrire, ma invita a riscoprire il piacere di fermarsi, ascoltare e assaporare la vita.



