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Milano e le Primarie, storia di un amore controverso

A Milano il centrosinistra parla molto di primarie, più che altrove. Il motivo? Perchè qui proprio grazie a questo strumento iniziò la svolta incarnata da Giuliano Pisapia. Ma da totem a feticcio è un attimo... Il commento

di Fabio Massa

Milano e le Primarie, storia di un amore controverso

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Ancora una volta, a Milano ci si interroga sulle Primarie. Molto più che in altri luoghi d'Italia. Perché? Perché c'è stato un momento nel quale la politica è cambiata, sotto la Madonnina. Da roccaforte del centrodestra moderato e riformista (le ali estreme erano vissute con disagio da Forza Italia), a roccaforte del centrosinistra moderato e riformista. Le primarie avevano consentito a un uomo - e le ripetizioni sono volute - moderato e riformista, ma radicalissimo sui diritti, come Giuliano Pisapia, di essere vincente grazie a un Pd, ancora una volta, moderato e riformista, dove la spina dorsale che andava irrobustendosi era quella composta dall'esperienza di 02Pd. 

Le primarie di Pisapia, l'inizio di una nuova stagione politica a Milano

Archeo-politica. Le Primarie sono state il grimaldello per scardinare la generazione precedente, fortissima, e che aveva fatto scuola: quella di Filippo Penati (mio amico, lo ricordo con affetto), quella di Franco Mirabelli (mio amico, a cui mando un abbraccio sincero), quella degli ex Ds e degli ex Margherita. E' stato il grimaldello con cui la nuova generazione, quella più divergente di Maran-Bussolati, e quella meno ribelle di Majorino, si è imposta sulla scena con un gruppo dirigente che solo adesso è giunto al tramonto, in attesa che l'esperienza dei Gd si solidifichi in una posizione politicamente condivisa dal gruppo e meno caoticamente magmatica. 

Torniamo al punto: le Primarie sono state il modo con cui Pisapia è arrivato ad ottenere Palazzo Marino. Attenzione, non solo la candidatura! E' stata la campagna per le consultazioni interne, vere e aperte, a costruire la base della successiva campagna elettorale. Ricordo bene che Pisapia iniziò l'estate precedente le urne, quasi un anno prima, a battere quartiere per quartiere. A parlare con le persone. Iniziò un blog nel quale si affastellavano idee ben scritte, ben ponderate, sulle quali si generava dibattito. Una impresa eroica, quella iniziata 15 anni fa, proprio in queste settimane. 

Primarie, da totem a feticcio. Ma anche Schlein è stata eletta così...

Ecco perché le Primarie, pian piano, sono diventate un totem. La domanda che bisogna farsi, oggi, è se le Primarie siano ancora attuali. Perché da totem a feticcio è un secondo. A stomaco, in prima battuta, mi viene da dire che il Pd, da allora ad oggi, ha fatto di tutto per ucciderle. Non tanto per il potere delle consorterie, quanto perché oggettivamente nella società italiana, anche quella milanese, c'è poca voglia di partecipazione. Della politica, anche quella locale, non frega nulla alla maggior parte della popolazione. E fare Primarie flop non è una aspirazione di nessuna segreteria. Tanto che per le Regionali non vennero fatte, io credo proprio per questa ragione. La domanda da cui partire è dunque questa: è utile fare le Primarie? Le Primarie sono ancora il punto fondamentale di questo Partito Democratico? Mi viene da dire a chi non le vuole che l'ultima rivoluzione, quella di Elly Schlein, è avvenuta così. Poi ognuno tragga le sue conclusioni.

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