Milano, la nuova Eldorado dei super-ricchi europei e dei "non-dom" londinesi - Affaritaliani.it

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Milano, la nuova Eldorado dei super-ricchi europei e dei "non-dom" londinesi

Con la fine del regime dei “non-dom” britannico e l’attrattiva della flat tax italiana, Milano è la nuova meta privilegiata dell’élite finanziaria globale. Tutti i super-ricchi che stanno prendendo casa sotto la Madonnina

di redazione

Milano, la nuova Eldorado dei super-ricchi europei e dei "non-dom" londinesi

Il vero paradiso per i super-ricchi europei oggi si chiama Milano. Ed è un paradiso con skyline in crescita, ristoranti stellati e una tassazione irresistibile. Mentre Londra si scopre meno accogliente per i suoi residenti più facoltosi, la città meneghina ne accoglie a braccia aperte sempre di più. Un fenomeno iniziato almeno dal 2017, con l'introduzione sotto il Governo Renzi della flat-tax "attira Paperoni". Ma che sta ora accelerando con la fuga  dei “non-dom” da Londra. Con destinazione principale proprio Milano.

E' un recente articolo di Bloomberg a fare il punto aggiornato sul fenomeno: nei soli ultimi due mesi si è assistito a una vera e propria emorragia di paperoni da Londra, provocata dalla decisione del governo laburista britannico di abolire le esenzioni fiscali per i “non domiciliati”, cioè per quei residenti che hanno interessi e patrimoni fuori dal Regno Unito. La mossa, fortemente criticata dai gestori di capitali e dalle famiglie milionarie, ha reso il sistema britannico molto meno competitivo.

L’Italia, invece, offre un trattamento fiscale da manuale del wealth planning: una tassa forfettaria di 200mila euro annui sui redditi prodotti all’estero, nessun prelievo su successioni estere e un contesto di vita più rilassato e familiare. Come ha dichiarato Marc Acheson, wealth advisor londinese: “Non è mai solo una questione di tasse, ma conta anche che coniuge e figli siano felici”. E Milano i super-ricchi sa come farli felici. Complice anche una collocazione geografica ideale, a massimo un paio di giri di Rolex da qualsiasi meta turistica (in charter si intende)


Milano, da centro finanziario di secondo piano a nuova patria dei Paperoni

Milano, che per anni è stata vista come un centro finanziario secondario, sta dunque capitalizzando l’onda lunga della Brexit e ora si propone come vera alternativa continentale per imprenditori, top manager, investitori privati e membri di dinastie industriali, che trasferiscono la residenza insieme a famiglie e staff.

Non solo italiani di ritorno, ma anche nuovi arrivi illustri. Tra i nomi noti che hanno scelto l’Italia ci sono Elio Leoni-Sceti (ex CEO di EMI Music), Bart Becht (ex numero uno di Reckitt Benckiser), Fersen Lambranho (imprenditore brasiliano) e Richard Gnodde di Goldman Sachs. Ma la notizia più eclatante è quella di Nassef Sawiris, l’uomo più ricco d’Egitto e proprietario del club Aston Villa, che si è trasferito tra Abu Dhabi e Milano.

Ed anche Bernard Arnault, il fondatore di LVMH e quarto uomo più ricco del mondo, ha acquistato la storica Casa degli Atellani in Corso Magenta. La sua intenzione, dicono fonti riservate, sarebbe di trasferire qui la sua residenza personale, pur mantenendo la sede del gruppo in Francia.

Un "effetto valanga" con un impatto economico tutt’altro che trascurabile. Secondo l’Adam Smith Institute, il Regno Unito potrebbe perdere fino a 111 miliardi di sterline in dieci anni e oltre 40.000 posti di lavoro, a causa della fuga dei circa 75.000 non-dom che versano ogni anno 8 miliardi di sterline al fisco britannico.

A Milano 115mila milionari e 17 miliardari

A Milano, invece, l’effetto è opposto. Come riportato poche settimane fa da Affaritaliani.it, i milionari residenti nel capoluogo lombardo sono cresciuti del 24% in dieci anni, toccando quota 115mila. Ben 17 miliardari figurano oggi tra i residenti della metropoli meneghina, che ha guadagnato l’undicesimo posto nella classifica globale delle città con più ricchi stilata da Henley & Partners.

E mentre Londra resta al palo (appena +0,1% di PIL tra 2019 e 2023), Milano vola: +8,7%, meglio persino di Amsterdam, Berlino e New York, come evidenzia uno studio Assolombarda. Una città che sa vendersi come “capitale del business e del design”, grazie anche a eventi internazionali come il Salone del Mobile e il Fuorisalone.

A risentirne in positivo è anche il mercato immobiliare. I “migranti di lusso” cercano dimore prestigiose e posizioni centrali, e la domanda crescente sta spingendo verso l’alto i prezzi delle proprietà di pregio. Parallelamente, stanno nascendo nuove realtà del lifestyle di fascia alta. Gary Landesberg, ex proprietario dell’Arts Club di Mayfair, ha aperto il Wilde Club a Milano, con quote d’iscrizione da 4mila euro annui. “Milano è vibrante e sei a due ore da tutto. Londra soffrirà”, ha dichiarato. Ed anche Rocco Forte Hotels e Rosewood apriranno nuove sedi di lusso in città, mentre lo studio legale Charles Russell Speechlys ha già inaugurato il proprio ufficio meneghino.

A differenza del Portogallo, che con un regime troppo accessibile aveva attirato oltre 80mila nuovi residenti creando malcontento interno, l’Italia ha scelto una selezione più rigida, con una soglia d'ingresso più alta ed elitaria. Il risultato è che Milano si sta popolando non solo di ricchi, ma di ultra-ricchi, disposti a spendere e a investire sul lungo periodo.

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