Milano
Si riapre il caso della ballerina morta, la difesa dell'ex compagno ottiene una perizia: "Soffriva di una patologia"
Il camionista polacco Marek Konrad Daniec è a processo per la morte di Hanna Herasimchyk a Pozzuolo Martesana. La difesa sostiene la morte per cause patologiche: l’anatomopatologo avrà 60 giorni per valutare le lesioni sul corpo

Hanna Herasimchyk
Si riapre il caso dell'ex ballerina morta, la difesa dell'ex compagno ottiene una perizia: "Soffriva di una patologia"
La Corte d’Assise di Milano ha disposto una perizia per chiarire le cause della morte di Hanna Herasimchyk, 46 anni, originaria della Bielorussia ed ex ballerina, trovata senza vita il 13 giugno 2024 in un appartamento di Pozzuolo Martesana. A processo per omicidio si trova Marek Konrad Daniec, camionista polacco di 43 anni ed ex compagno della donna, arrestato nel dicembre 2024. La difesa, rappresentata dagli avvocati Elisa Marabelli e Lorenzo Puglisi, ha sostenuto che la vittima sarebbe deceduta per una patologia e ha chiesto ai giudici di disporre una perizia medico-legale: richiesta accolta dai giudici Bertoja e Fioretta.
Hanna Herasimchyk: uccisa per soffocamento o deceduta per una patologia?
All’anatomopatologo nominato viene chiesto di accertare “la sussistenza di elementi inequivocabilmente indicativi dell’attività di terzi” con riferimento alla causa della morte e alle lesioni riscontrate sul corpo della donna. Il perito avrà 60 giorni di tempo per completare l’esame, che sarà discusso nella prossima udienza fissata per il 26 febbraio.
Secondo le indagini dei carabinieri e della pm Francesca Crupi, la donna — che soffriva di problemi di salute legati all’abuso di alcol e tranquillanti — fu trovata con numerosi lividi su gambe e braccia. L’accusa sostiene che Daniec l’avrebbe picchiata e poi soffocata, tenendole la mano davanti alla bocca al termine di una lite. La relazione medico-legale consegnata alla Procura prima del processo aveva indicato una dinamica compatibile con un’azione violenta.
Secondo l’ipotesi accusatoria, dopo la morte della compagna l’uomo avrebbe tentato di precostituirsi un alibi inviando messaggi alla donna già deceduta. A contraddire questa versione, nelle indagini è emerso un intervallo temporale di “18 minuti” in cui Daniec sarebbe rimasto nell’appartamento, elemento ritenuto rilevante dai carabinieri per ricostruire gli ultimi momenti di vita della vittima.











