Milano
Lombardia e Jihad, un vecchio legame. I terroristi all'ombra del Duomo

La vicenda di Majid, arrestato in provincia di Milano per l'attentato di Tunisi al museo del Bardo, è ancora tutta da chiarire. Ma guardando indietro non si può certo dire che non sia mai esistito alcun legame tra la Lombardia e la Jihad. Da Abu Omar ai progetti di attentato al Duomo fino al reclutamento di combattenti da spedire in Siria, la lista dei potenziali (o veri e propri) terroristi annidati sul territorio lombardo non è per niente breve.
Nel corso degli anni sono state almeno sette le cellule islamiche scoperte in Lombardia. Per fortuna queste cellule pronte a colpire sono state sempre fermate e smembrate prima che potessero entrare in azione. Posto il fatto che la vicenda di Majid (il giovane marocchino arrestato a Gaggiano perché sospettato di essere uno dei protagonisti dell'attentato al museo del Bardo a Tunisi che provocò 24 morti), non è ancora chiara e ci sono indizi contrastanti sul suo effettivo coinvolgimento, guardando nel passato, seguendo l'excursus fatto da Il Giornale, i casi di Jihad al'ombra del Duomo ci sono stati eccome.
Nel 2003 Abu Omar, all'epoca imam della moschea di viale Jenner a Milano, fu rapito dai servizi segreti americani con l'aiuto di quelli italiani in una vicenda dai contorni per certi versi ancora oscuri. Abu Omar, sospetto terrorista internazionale, venne portato in Egitto e torturato. Nel 2004 gli investigatori di Cremona arrestarono 4 quattro terroristi, due marocchini e due tunisini, tra cui l'ex imam Mourad Trabelsi, 35 anni. Stavano progettando di colpire con delle bombe la questura e il Duomo di Cremona, nonché le fermate della metropolitana di Centrale e Duomo a Milano.
Nel 2009 venne fermato appena in tempo il 35enne libico Mohammed Game, che insieme a due complici preparò una rudimentale bomba a base di fertilizzanti chimici, con cui entrò alla caserma Santa Barbara. Nel 2013 a Brescia viene arrestato un marocchino di 21 anni che insieme ad altri due nordafricani è accusato di fare proselitismo per reclutare combattenti da inviare in Siria.
Solo un anno fa, Mohamed Yassine Mansouri, capo servizi segreti marocchini, rivela: "Abbiamo sgominato una cellula marocchina che interagiva con alcuni fiancheggiatori in Lombardia". Secondo Mansouti i terroristi volevano colpire il Duomo di Milano, e le basiliche di Sant'Antonio a Padova e san Petronio a Bologna. E' cronaca di pochi mesi fa l'intervento della Procura di Brescia che ha ordinato l'arresto di una cellula di reclutatori islamici composta da tre albanesi.