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Milano, la confessione di Luigi Morcaldi: "Volevo solo spaventarla, poi mi è salito tutto il male che mi aveva fatto"
La confessione dell'uomo che mercoledì ha ucciso a Milano l'ex moglie Luciana Ronchi: "Quando l'ho vista non ho capito più niente, ho subito da lei una crudeltà disumana"

Milano: Luciana Ronchi e Luigi Morcaldi
Milano, la confessione di Luigi Morcaldi: "Volevo solo spaventarla, poi mi è salito tutto il male che mi aveva fatto"
"Pensavo a due coltellate, non a 14. La prima alla gola, le altre non so, forse al volto. Quando l’ho vista non ho capito più niente, la rabbia, ho visto nero. Ho subito da lei una crudeltà disumana". Questa la confessione di Luigi Morcaldi agli inquirenti prima di essere portato in carcere. L’uomo, ex barista di 64 anni, nella mattina di mercoledì 22 ottobre ha ucciso l'ex moglie Luciana Ronchi in un parcheggio nei pressi dell'abitazione della donna in via Grassini, quartiere Bruzzano di Milano. La coppia era stata insieme quasi per quarant’anni, con un figlio con cui l'uomo non parlava più e una separazione avvenuta tre anni fa.
"Mi è salito tutto il male che mi aveva fatto"
Anche davanti agli investigatori, Morcaldi ha tentato di giustificarsi: "Mi è salito tutto il male che mi hanno fatto". Una confessione confusa, priva di dispiacere, in cui ha mescolato motivi economici, presunti tradimenti e rancori legati a quella che ha definito una relazione "burrascosa". Fino ad ammettere: "Sono un assassino, dottore. Non so che dirle". E ancora: "Volevo spaventarla, non uccidere".
Questa mattina Morcaldi sarà interrogato dal gip Lorenza Pasquinelli, che dovrà decidere sulla convalida del fermo e sulla misura cautelare in carcere. Intanto il procuratore di Milano Marcello Viola ha spiegato che le immagini analizzate dagli agenti della Polizia Locale, coordinati dai pm Leonardo Lesti e Giovanni Tarzia, mostrano un uomo che "si muoveva con estrema determinazione e rapidità" e che ha colpito con particolare "accanimento" il volto della vittima.
Negli ultimi tempi Morcaldi viveva tra un’auto e un dormitorio pubblico. Aveva scritto una lettera, mai spedita, indirizzata all’ex compagna e al figlio, intitolata "La torta avvelenata": un titolo che rifletteva il rancore e l’ossessione dell’uomo.
Le testimonianze: "Tirava i capelli della donna e urlava"
Un testimone ha raccontato di aver visto, poco prima delle 10 in via Grassini, "un individuo a piedi che tirava i capelli lunghi di una donna davanti a sé, la quale urlava con forza e cercava di divincolarsi". L’uomo, poi identificato in Morcaldi, "lasciava la presa, urlava con rabbia contro la sua vittima la frase: 'Vai fuori da casa mia!' e sferrava due colpi al volto simili a due pugni". La donna si è accasciata al suolo mentre un passante accorreva per soccorrerla.
Il racconto del custode: "Era molto agitato e arrabbiato"
Il custode del palazzo dove viveva Luciana ha riferito: "Da quando si è separato dalla moglie non l’ho più rivisto, fatta eccezione per ieri sera, il 21 ottobre, alle 18:30 circa. Era molto agitato ed arrabbiato, insisteva ripetendo di essere arrabbiato con la moglie ed urlando sosteneva che sarebbe dovuta essere lei ad andarsene dalla loro casa familiare. Mi è sembrato strano vedere Morcaldi ieri sera nella mia via". Ora Morcaldi si trova nel carcere di San Vittore, accusato di omicidio aggravato. Questa mattina affronterà il suo primo faccia a faccia con la giudice.











