Milano
Milano, Marattin ad Affari: "Crescita e sviluppo per creare opportunità, non privilegi"
La ricetta del segretario nazionale del partito liberaldemocratico in vista delle elezioni milanesi: "Fondamentale la cooperazione tra pubblico e privato". L'avvio del confronto con l'area centrista e moderata. L'intervista

Luigi Marattin
Milano, Marattin ad Affari: "Crescita e sviluppo per creare opportunità, non privilegi"
"Iniziamo un percorso di confronto per individuare una piattaforma programmatica per una città che non demonizzi la crescita e lo sviluppo ma che sappia essere 'un'opportunità per tutti, non un privilegio per pochi', per citare il motto del nostro partito". Così Luigi Marattin, segretario nazionale del partito liberaldemocratico, illustra ad Affaritaliani.it Milano i progetti del suo partito per il capoluogo lombardo in vista delle prossime elezioni. Una prospettiva che è stata al centro dell'evento “Milano al centro, un centro per Milano” svoltosi ieri al Teatro Parenti, che ha visto dialogare esponenti politici di area centrista, urbanisti, esperti dell’immobiliare, amministratori pubblici. "La città deve continuare a svilupparsi con una cooperazione tra pubblico e privato. Chiederemo una modifica normativa nazionale per l'elezione diretta del sindaco della città metropolitana". L'INTERVISTA
Milano è sempre stata motore del Paese. Oggi sta vivendo un momento di crisi e molti investitori stanno scappando. Come rilanciare la città?
Abbiamo fatto due proposte concrete, una per l'emergenza e una più di prospettiva. La prima è quella del piano attuativo unitario da far approvare dal consiglio comunale, per sbloccare i cantieri, evitare sanatorie generalizzate e dare certezze a famiglie (a cominciare dalle 4500 che sono rimaste bloccate dagli eventi di quest'estate) e imprese del settore. La seconda è una modifica normativa nazionale che consenta di eleggere direttamente il sindaco della città metropolitana, per rafforzare il processo che vede quella come dimensione adatta per affrontare di petto tutti i problemi della città, dai trasporti alla riqualificazione, passando per la necessità di maggiore offerta abitativa per il ceto medio.
Le inchieste hanno colpito l'amministrazione e il Sindaco Sala. Il possibile rimpasto è ancora fermo. Ci troviamo di fronte a uno stallo politico?
Sono sempre stato scettico verso i processi politici innescati da inchieste (inchieste, non condanne). Primo perché molto spesso le inchieste non hanno portato a nulla (e chissà, magari sarà anche questo il caso), secondo perché storicamente tutto quello che è venuto dopo l'aver spazzato via la politica per via giudiziaria non mi sembra sia stato granché. Per cui tenderei a tenere separati i due piani. Quando si avvicina la fine del secondo quinquennio di un sindaco si fanno sempre sentire stanchezza e incertezze politiche. A me interessa soprattutto che la competizione elettorale amministrativa del 2027 riesca a parlare dei prossimi dieci anni di Milano, non degli scorsi dieci.
Al convegno "Milano al Centro" avete messo sul tavolo un punto preciso: la cooperazione tra istituzioni pubbliche e investitori privati non va criminalizzata. Perfino nella maggioranza che governa la città c'è chi invece vi vede il seme della "speculazione edilizia". …
Si tratta di un retaggio della cultura comunista. Tutte le città del mondo si sviluppano con una cooperazione tra pubblico e privato, nell'ambito di regole chiare. Quello su cui noi insistiamo particolarmente è che anche su questo fronte venga garantita la concorrenza e la molteplicità degli operatori, evitando oligopoli e pratiche anti-concorrenziali.
Milano guarda al prossimo appuntamento con le amministrative. Il voto moderato e centrista è cruciale nella città del ceto medio e dei liberi professionisti. Partendo dal nuovo piano per la città, quali saranno le proposte del Libdem?
Noi siamo i più piccoli e gli ultimi arrivati, e non soffriamo di mitomania. Ma ci piace la politica, quello sì. Per cui proporremo a tutte le forze politiche che rifiutano sia il modello Mamdani che, diciamo, le "peculiarità" dell'ultimo candidato del centrodestra a Milano, di iniziare un percorso di confronto per individuare una piattaforma programmatica per una città che non demonizzi la crescita e lo sviluppo ma che sappia essere "un'opportunità per tutti, non un privilegio per pochi", per citare il motto del nostro partito. Lo faremo in punta di piedi e senza pretese, e saremo disposti ad appoggiare un candidato sindaco che con credibilità e autorevolezza porti avanti un approccio del genere.
Sostenete l’idea di "un sindaco civico espressione delle migliori capacità della città, indipendentemente dalle coalizioni". Un visione nemmeno terzopolista, ma addirittura oltre gli schieramenti.
Crediamo soprattutto nella necessità di non accontentarsi dello status-quo e di realizzare ciò che sembra impossibile. Se non fosse così non avremmo in pochi mesi tirato su dal niente un partito che ad oggi è la novità più significativa e promettente della politica italiana.
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