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Ultimo aggiornamento: 15:50

Milano, le polemiche dei residenti di Isola sul ristorante di Córdoba

Alla nuova sede del locale in Zona Isola vengono contestate un'interpretazione troppo libera dei criteri di "alta tutela" del quartiere e alcune opacità nelle autorizzazioni amministrative

di Giorgio d'Enrico

Milano, le polemiche dei residenti di Isola sul ristorante di Córdoba

Nei giorni in cui a Milano fioccano le polemiche sulla gestione della vita notturna (complice anche la fine delle regole anti-movida introdotte a maggio), l'inaugurazione di un nuovo locale in Via Pollaiulo (Zona Isola) si inserisce in questo clima decisamente poco tranquillo. Il locale in questione è il Mitú, ristorante colombiano aperto nel 2021 in Via Casati per iniziativa dell'ex calciatore dell'Inter del "triplete" Iván Córdoba e di suo fratello Andrés, dal 28 ottobre trasferitosi appunto in Via Pollaiuolo.

Il nodo sulla distanza dagli altri locali: va calcolata pedonale o in linea d'aria?

L'inaugurazione della nuova location non ha, però, incontrato il favore di parte dei residenti della zona, i quali, tramite i loro avvocati hanno lamentato delle violazioni del regolamento comunale. Il Quartiere Isola, infatti, è stato inscritto un anno fa dal Comune nell'elenco delle zone "ad alta tutela" assieme ad altri grandi centri della vita notturna meneghina (Naviglia, Brera e Nolo tra gli altri). E tra le norme che la presenza in questo elenco porta ce n'è una che, onde evitare la concentrazione eccessiva di locali, prevede una distanza minima tra un nuovo esercizio e gli altri già presenti, calcolata entro un raggio di 60 metri, cioè con non più di sette locali. Tuttavia, la norma misura tale distanza non in linea d’aria, ma come “percorso pedonale più breve” e questo criterio ha consentito al ristorante Mitú di rientrare nei parametri, poiché due locali di fronte risultano così a 80 metri anziché 20, portando i locali nell'area da sette a cinque e permettendo il rilascio dell’autorizzazione comunale.

Il mistero della SCIA: prima respinta e poi accettata (ma in una zona "non tutelata")

Come riferisce il Corriere, oltre alla contestazione sui criteri di misurazione, un altro aspetto al centro del ricorso dei residenti è la questione della proprietà e delle autorizzazioni edilizie. Sul piano amministrativo, infatti, il Comune aveva inizialmente negato l’apertura per dichiarazioni mendaci nella SCIA presentata il 6 maggio 2024 da Pivieffe srl, la società proprietaria dell'immobile in Via Pollaiulo. Il respingimento della pratica non aveva, però, fermato la società, in quanto ne aveva deposita un'altra nell'agosto 2024 (ma indicando che l'esercizio sarebbe sorto in una zona "non tutelata"), vedendola stavolta accettata e ottenendo l'autorizzazione nel gennaio 2025, in base ai succitati criteri di distanza oggetto della polemica. È su queste irregolarità procedurali e sulla presunta forzatura delle norme che si fonda il ricorso dei cittadini e sulle quali potrebbe essere chiamato a pronunciarsi il Tribunale.

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