Milano
Milano respira meglio: meno smog grazie ad Area B, ma servono più alberi e aree verdi entro il 2050
Il primo monitoraggio del Piano Aria e Clima conferma un calo degli inquinanti, ma per rispettare i nuovi limiti UE servirà potenziare le politiche ambientali e aumentare del 41% la copertura arborea

La qualità dell’aria a Milano è migliorata, con cali significativi di NO2, PM10 e PM2.5 anche grazie ad Area B. Tuttavia, il Comune avverte che, per rispettare i nuovi limiti europei e contenere l’aumento delle temperature, servirà ampliare le aree verdi, depavimentare spazi e adottare politiche integrate a livello regionale.
Milano respira meglio: meno smog grazie ad Area B, ma servono più alberi e aree verdi entro il 2050
Il Comune di Milano ha diffuso il primo monitoraggio del Piano Aria e Clima, analizzando i risultati raggiunti tra il 2022 e il 2023. I dati mostrano un miglioramento costante della qualità dell’aria, in particolare per il biossido d’azoto (NO2), passato dai 64 microgrammi per metro cubo del 2017 ai 44 del 2023. Per la prima volta tutte le centraline cittadine hanno rispettato i limiti UE previsti per il 2025.
Area B, il motore del cambiamento
L’introduzione di Area B nel 2018 ha accelerato la riduzione delle emissioni di ossidi di azoto da traffico stradale, con un calo più rapido all’interno della città rispetto alle aree esterne. Il provvedimento, che limita l’accesso ai veicoli più inquinanti, ha avuto un impatto diretto sulle concentrazioni di NO2, di cui il 55% deriva da fonti interne a Milano.
Polveri sottili in calo, ma non basta
Anche i livelli di PM10 e PM2.5 sono diminuiti, rispettivamente a 32 e 21 microgrammi per metro cubo nel 2023. Nonostante il trend positivo, il Comune avverte che il rispetto dei nuovi limiti UE e degli obiettivi OMS richiederà interventi più incisivi, poiché gran parte del particolato proviene da fonti esterne al perimetro cittadino.
Più verde e meno cemento per combattere il caldo
L’aumento delle temperature urbane, legato al fenomeno delle isole di calore, spinge Milano a investire sul verde pubblico. Secondo le simulazioni, per contenere l’aumento termico entro +2 °C al 2050, sarà necessario incrementare del 41% la copertura arborea e depavimentare 100 ettari di aree grigie.
Oltre alla creazione di nuove aree verdi, il Piano prevede misure complementari come tetti e pareti verdi, pavimentazioni riflettenti, ombreggiamento di spazi pubblici e ampliamento della mobilità dolce. L’assessora all’Ambiente, Elena Grandi, sottolinea però che Milano da sola non può vincere la sfida: “L’inquinamento non ha confini e richiede azioni coordinate a livello regionale e sovracomunale”.