Milano, si travestivano da agenti per svaligiare orafi e gioiellerie: otto arrestati - Affaritaliani.it

Milano

Ultimo aggiornamento: 17:17

Milano, si travestivano da agenti per svaligiare orafi e gioiellerie: otto arrestati

I componenti della banda si mascheravano da agenti di polizia locale per farsi aprire e poi rapinare i negozi, fuggendo su auto rubate. I rapinatori sono otto, sette italiani e un serbo

Giorgio d'Enrico

Milano, si travestivano da agenti per svaligiare orafi e gioiellerie: otto arrestati

La Polizia di Stato, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Milano (VII Dipartimento), ha eseguito questa mattina un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di otto persone — sette cittadini italiani e un cittadino serbo — accusate a vario titolo di rapina aggravata, sequestro di persona, porto abusivo di armi, ricettazione e possesso illecito di distintivi in uso alle forze dell’ordine. Sette degli indagati sono stati condotti in carcere, mentre uno si trova agli arresti domiciliari.

Le misure scaturiscono da una complessa attività investigativa condotta dalla Squadra Mobile di Milano, volta a identificare i responsabili di due rapine a mano armata avvenute tra febbraio e marzo 2024 ai danni di un laboratorio orafo e di una gioielleria.

Il modus operandi della banda attiva a Milano

Nel primo colpo, avvenuto il 23 febbraio in via Lodovico il Moro, tre uomini travisati e vestiti con uniformi simili a quelle della Polizia Locale si erano finti agenti impegnati in un falso arresto. Una volta introdottisi nel laboratorio, avevano minacciato titolare e dipendente con una pistola, legandoli con fascette e fuggendo con gioielli e oro per un valore di circa 100 mila euro. Le vittime erano poi state rinchiuse nei locali del laboratorio.

La seconda rapina, avvenuta il 21 marzo a Bollate, è stata eseguita con modalità analoghe: un uomo, spacciandosi per agente della Polizia Locale, aveva chiesto di accedere alla gioielleria con il pretesto di controllare le telecamere di sicurezza. Dopo aver fatto entrare un complice armato, i due avevano costretto il titolare ad aprire la cassaforte, fuggendo con denaro e gioielli per un valore di circa 45 mila euro.

Le indagini, basate sull’analisi dei filmati di videosorveglianza, intercettazioni e controlli sul territorio, hanno permesso di ricostruire la rete del gruppo criminale. Alcuni indagati avrebbero fornito supporto logistico alla banda, mentre un altro si sarebbe occupato di procurare veicoli rubati.  

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