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Milano insostenibile, sino al 76% dello stipendio va nell'affitto: è oltre due volte e mezzo la soglia critica
Milano al vertice della pressione abitativa in Italia: lo squilibrio tra canoni e retribuzioni. L'analisi di Cdp

Milano, sino al 76% dello stipendio va nell'affitto: è oltre due volte e mezzo la soglia critica
A Milano si arriva a destinare fino al 76% dello stipendio mensile al pagamento dell’affitto. Un dato che colloca il capoluogo lombardo al vertice della pressione abitativa in Italia e tra le grandi città europee dove il rapporto tra canoni e retribuzioni è più squilibrato. A certificarlo è un nuovo documento della Direzione Strategie Settoriali e Impatto di Cassa Depositi e Prestiti, rilanciato dal Sole 24 Ore, dedicato ai territori con maggiore necessità di service housing, ovvero alloggi per lavoratori a prezzi inferiori ai valori di mercato.
In media, in Italia, poco più di un terzo dello stipendio netto viene assorbito dall’affitto, pari al 35%, una quota già superiore alla soglia critica del 30%. Ma nelle città metropolitane il dato sale ulteriormente e Milano rappresenta il caso più estremo. Secondo l’analisi, nel capoluogo lombardo la percentuale è due volte e mezzo superiore al livello considerato sostenibile, segno di una pressione abitativa ormai strutturale.
Il parametro utilizzato è l’housing affordability index (Hai), che misura il rapporto tra i canoni medi mensili e le retribuzioni nette medie. Le retribuzioni considerate sono quelle dei dipendenti del settore privato non agricolo, dirigenti esclusi, su tredici mensilità, mentre gli affitti fanno riferimento al costo di un appartamento di 60 metri quadri nei capoluoghi di provincia. A Milano, secondo questi criteri, oltre tre quarti dello stipendio finiscono nel canone mensile.
Il confronto tra Milano e le altre città europee e italiane
Il confronto europeo rafforza il quadro critico. Milano e Roma si collocano rispettivamente al quinto e al sesto posto tra le città con il rapporto affitto/stipendio più alto in Europa, secondo i dati del Deutsche Bank Research Institute. Valori simili si registrano a Barcellona, Madrid e Londra, attorno al 75%, mentre Lisbona supera addirittura il 100%, con affitti che eccedono il reddito medio disponibile.
Nel resto d’Italia, dieci città metropolitane su quattordici presentano un’incidenza dell’affitto superiore alla media nazionale. Oltre a Milano, emergono Bologna, Firenze, Napoli e Torino, ma anche realtà del Sud come Cagliari, Bari e Messina. Pochi i casi sotto la soglia critica del 30%.
Secondo il rapporto di Cdp, alla base delle forti differenze territoriali non ci sono tanto le retribuzioni, «spesso omogenee tra le province», quanto i canoni di locazione. Un fenomeno legato a diversi fattori strutturali: la crescita degli affitti brevi, i flussi migratori interni verso le grandi aree metropolitane, l’aumento dei costi di costruzione e dei tassi ipotecari, oltre a un’offerta immobiliare che fatica a stare al passo con la domanda. Un mix che a Milano produce uno squilibrio sempre più difficile da sostenere per lavoratori e famiglie.














