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Milano, una Pasquetta in rosso. Pregliasco: "Le restrizioni servono"

Milano, una Pasquetta in rosso. Pregliasco: "Le restrizioni servono"

Nel giorno di Pasqua non si sono registrati assembramenti sui Navigli, in Darsena o alle colonne di San Lorenzo, come successo in passato. A Milano dunque la Pasqua si e' svolta senza grossi problemi di affollamento in strada, anche se i milanesi non hanno rinunciato a uscire di casa e godersi la giornata di sole. Le forze dell'ordine vigilano con particolare attenzione sulle principali arterie del passeggio pedonale anche Pasquetta. Sole e temperatura mite invogliano molte persone a recarsi nei parchi principali cittadini, ma ciò sta avvenendo in un clima di rilassatezza. Oggi, come del resto anche ieri, gli hub vaccinali sono aperti e operativi. 

Ieri in Lombardia si sono registrati 3.003 nuovi casi positivi registrati su 41.537 tamponi effettuati. I decessi ammontano a 74, per un totale di 31.130 morti dall' inizio della pandemia, mentre i guariti sono 625.949, con un incremento di 3.090 e gli attuali positivi sono 93.964 (-161). Il tasso di positività si attesta al 7,2%. Nell'ultima giornata i ricoveri in terapia intensiva sono saliti di 2 unità: attualmente sono 864 le persone ricoverate. I posti letto occupati nei reparti ordinari - che adesso curano 6.622 persone - sono invece in calo di 38. 

Pregliasco: "Le restrizioni servono. Obiettivo riapertura delle scuole"

Le restrizioni servono, per questo dobbiamo mantenere strette le maglie”, ha detto a Sky TG24 Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano, ospite di ‘Buongiorno’ In merito a queste festività 'in rosso'. “E’ giusto ribadirlo a tutti che siamo in qualche modo pesantemente colpiti anche in questo week end. Ma il comportamento responsabile della gente sta facendo vedere i suoi risultati. I dati in Lombardia stanno evidenziando un abbassamento dell’Rt e anche il dato complessivo della casistica per 100mila abitanti, di conseguenza anche negli ospedali dai quali stiamo dimettendo dei pazienti”. Ma, sottolinea Pregliasco, “il virus può ancora circolare, ci sono ancora 50 milioni di persone che il virus può colpire. E lo vediamo con le varianti che possono colpire anche i soggetti più giovani. L’unica opzione è la vaccinazione da fare in più fretta possibile per tenere a bada le varianti”.

“L’obiettivo principale resta la riapertura delle scuole e con un po' di attenzione io credo si possa chiudere l’anno scolastico con tutti gli studenti in presenza, anche se occorre attenzione perché il virus può ancora circolare”, prosegue Fabrizio Pregliasco. “Poi si dovranno riaprire gli altri settori più colpiti, la ristorazione e il turismo. E' necessario però - ha sottolineato - ripartire step by step, senza esagerare, non dobbiamo fare come l’anno scorso. E’ chiaro che con il clima che migliorerà, con temperature migliori, maggiore ventilazione e rimanendo più tempo all’aperto le cose miglioreranno progressivamente. L’elemento fondamentale è la progressione della vaccinazione che deve essere attuata in un contesto epidemiologico più tranquillo, proprio per non stressare le strutture sanitarie che sono a pancia bassa ad organizzare le vaccinazioni per tutti”.

“E’ importante sottolineare che tutti vaccini disponibili sono sostanzialmente comparabili nell’efficacia. Gli eventi avversi vanno evidenziati, come in ogni approccio terapeutico e farmacologico, ma le trombosi di cui si parla restanti eventi rarissimi”, aggiunge Pregliasco. “Si perde in alcuni casi il vero rapporto fra il pericolo della malattia e il pericolo di un vaccino, e spesso si sbaglia pensando che sia meglio non vaccinarsi”.

“I vaccini evitano la malattia, soprattutto quella grave, ma studi ad hoc dimostrano che i vaccini hanno anche la capacità possibilità di sterilizzare la persona che si vaccina e impedire in gran parte di contagiare gli altri. E’ un elemento importante che ci aspettavamo, mancava l’oggettività del dato scientifico che si sta acquisendo grazie agli studi e all’applicazione su grande scala di queste vaccinazioni", ha spiegato il virologo dell’Università degli Studi di Milano

“Stiamo abbassando la curva dei contagi, riduzione pressione sul servizio sanitario in tutte le regioni, purtroppo ancora troppo alto il numero dei decessi. Ma abbiamo imparato dalle altre due ondate che il primo parametro che migliora è quello i contagi e poi a seguire gli aspetti più tristi conseguenti alla malattia”, sottolinea Pregliasco che conclude dicendo che "Problemi organizzativi andrebbero visti in un tempo un po’ più lungo perché l’organizzazione è davvero complessa. Nubi su dosi mi inquietano perché in questa guerra al virus le munizioni sono fondamentali come l’aspetto organizzativo che credo si sia ora ben oliato. Credo già si vedano bei risultati negli anziani ricoverati nelle Rsa e nei casi fra gli operatori sanitari precipitati quasi a zero".

 

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