Milano
Mocerino (Netgroup) a Direzione Nord: “Chi gestisce dati e infrastrutture garantisce democrazia e libertà”
Giuseppe Mocerino, presidente di Netgroup, tra i protagonisti della XXV edizione di Futuro Direzione Nord, ha parlato di cyber security e della difesa comune dei dati

Giuseppe Mocerino
Mocerino (Netgroup) a Direzione Nord: “Chi gestisce dati e infrastrutture garantisce democrazia e libertà”
In un mondo sempre più segnato da tensioni geopolitiche e rivalità strategiche tra Stati Uniti, Cina e Russia, il concetto di sovranità digitale europea assume un'importanza cruciale, non solo sul piano tecnologico ma anche su quello politico. «Oggi il concetto della sovranità digitale non è solo una chiave strategica, ma assume un ruolo di tipo geopolitico», spiega Giuseppe Mocerino, presidente di Netgroup, intervistato in occasione della XXV edizione di Futuro Direzione Nord. «Chi gestisce dati e infrastrutture di un Paese garantisce la democrazia e la libertà del popolo», ha aggiunto, sottolineando l’urgenza di una risposta sistemica. Per Mocerino, non è sufficiente affrontare la questione a livello nazionale: «Bisogna intervenire come sistema Paese, come NATO, come Unione Europea, per creare una grande cooperazione internazionale, sia di competenze sia di dati, ma soprattutto sposare un'unica visione».
Mocerino è intervenuto nel panel delle 18:00 dedicato a “Cyber security: per una difesa comune dei dati” insieme a Nunzia Ciardi, vicedirettore generale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, Ettore Rosato, segretario del Copasir, Mario Nobile, direttore generale dell’ Agid (Agenzia per l’Italia Digitale), Pierguido Iezzi, direttore BU Cyber Security Maticmind, Anna Vaccarelli, Presidente del Clusit (Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica) e Alvise Biffi, vicepresidente di Assolombarda.
Una difesa comune europea? Parte dai dati
Alla domanda su come l’Europa possa dotarsi di una vera e propria difesa comune anche in ambito digitale, Mocerino risponde con chiarezza: «La difesa comune parte dal presupposto di rendere disponibili e mettere in comune dei dati, soprattutto legati all’intelligence». Da qui l’idea, evocata dal presidente, di una vera e propria forza NATO digitale, capace di «garantire quei confini invisibili che la sicurezza cibernetica crea nel mondo e in Europa». Una sfida, secondo Mocerino, che l’Europa non può più permettersi di rimandare.
Serve un aggiornamento normativo (e tanto coraggio)
Molto è già stato fatto sul fronte normativo, riconosce Mocerino: «Sono stati fatti dei passi avanti sia in Italia che in Europa». Tuttavia, aggiunge, «ritengo che sia necessario effettuare una razionalizzazione del quadro normativo, ma anche un aggiornamento, soprattutto nel codice penale, sia italiano che europeo». Il punto critico? «Serve l’introduzione di un principio di reato cibernetico. Oggi questi crimini vengono gestiti con norme del secolo scorso, che non sono più attuali». Per affrontare davvero questa sfida, secondo Mocerino, è indispensabile «attivare quella magica e abilitante collaborazione pubblico-privato, che consente di mettere insieme forze, energia e – soprattutto – tanto coraggio».