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Milano
Montanelli e gli altri: giocare con la toponomastica è una cosa complicata...
Piazza Cadorna

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Molti arrivano a Milano in piazza Cadorna. Cadorna fu un generale italiano, protagonista non solo della disfatta di Caporetto, ma anche autore di un bollettino nel quale dava tutta la colpa alla viltà dei soldati. Prima della disfatta, nella durissima vita di trincea, Cadorna aveva dato ordine di sparare alle spalle dei soldati che si attardavano a uscire dalle trincee. A Cadorna è dedicata una piazza. C'è anche un via Balilla, che potrebbe essere la canzone popolare milanese scritta da Italo Corrias, ma anche la più celebre Opera Nazionale Balilla, di chiara origine fascista. Chi può dirlo? E soprattutto, l'ignaro visitatore è molto più probabile che pensi al fascio piuttosto che alla canzone. Al Generale Lamarmora è dedicata una via dietro la Statale. E anche una stele a Genova: "Nell'aprile 1849 le truppe del Re di Sardegna Vittorio Emanuele II al comando del generale Alfonso La Marmora sottoposero l'inerme popolazione genovese a saccheggi bombardamenti e crudeli violenze provocando la morte di molti pacifici cittadini". A Vittorio Emanuele II è dedicata la parte forse più importante del centro cittadino. Enrico Cialdini invece è stato il responsabile del massacro di Pontelandolfo e Casalduni, compiuto dal Regio Esercito ai danni della popolazione civile dei due comuni il 14 agosto 1861. Via Enrico Cialdini è in zona Niguarda. Sono solo alcuni esempi. Ma andando a spulciare le biografie degli uomini e delle donne a cui sono dedicate vie, piazze, statue, monumenti, targhe, ci sono sicuramente decine di criminali magari riabilitati dalla storia, pervertiti, mariti che hanno picchiato le mogli, responsabili di massacri. Diocleziano ha fatto strage di cristiani, eppure esiste Piazza Diocleziano. Se andiamo nel mondo antico ci sono decine di casi. Non abbiamo schiavisti, in Italia, e nelle vie di Milano, o almeno spero. I Sentinelli di Milano, con Luca Paladini - persona che stimo per mille motivi - hanno proposto di abbattere la statua di Indro Montanelli perché in una vecchia trasmissione diceva di aver avuto una sposa bambina, di 12 anni. Forse hanno ragione. Il problema è che se si tira giù la statua del più grande giornalista italiano poi bisogna procedere a una revisione totale della toponomastica. Vale di più la violenza a una minore oppure una strage di civili? Vale di più una strage di civili oppure una violenza domestica? Come si fa a mettere in scala l'orrore? E come bisogna leggere la storia? A Zibido San Giacomo c'è via Lenin. Era uno statista o un criminale? Purtroppo mettersi a giocare con la toponomastica è una cosa complicata. Forse bisogna farlo. Forse no.

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