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Milano
Montanelli: la statua è stata lavata e "imbustata" ai Giardini

Montanelli: la statua è stata lavata e "imbustata" ai Giardini

E' stata lavata la statua di Indro Montanelli ai Giardini Pubblici di Milano, dopo che era stata imbrattata. Il gesto, rivendicato dai collettivi Lume e Rete degli Studenti, ha provocato un ampio dibattito in citta'. Ieri mattina sono arrivate le idropulitrici e poi alcuni volontari di una associazione che si occupa di cancellare i graffiti e pareti. La vernice rossa e' stata sparsa per terra, macchiando anche la parte sottostante. Al momento il monumento e' stato ricoperto da un telo di cellophane. Qualcuno ha anche posto una rosa rossa aI piedi della recinzione. Cancellata la scritta "Razzista, stupratore", atto rivendicato su Facebook, con tanto di video, da Rete Studenti Milano, definendo la figura di Montanelli come "dannosa per l'immaginario di tutti".

Attilio Fontana sui social ha così commentato dell'atto vandalico: "Proprio non ci siamo. L'odio, la cattiveria e l'astio sono sempre piu' dominanti sul confronto civile e democratico. C'e' da preoccuparsi seriamente". Mentre il sindaco di Milano ha detto di non voler pensare a un eventuale ricollocamento: "Io credo che la statua di Montanelli debba rimanere li' - ha detto Giuseppe Sala -. Sono comunque disponibile a qualunque confronto sul tema del razzismo e sul tema Montanelli". "In Italia e nel mondo - ha spiegato Sala in un videomessaggio sui social - le coscienze sono quanto mai attive sulla questione razzismo e questo è un bene perché il razzismo c'è, non solo negli Stati Uniti ma anche in Italia. La Milano che io conosco, la Milano che ho cercato di guidare in questi anni sa bene da che parte stare, non solo a parole ma nei fatti: noi abbiamo integrato, noi abbiamo accolto chi arrivava da lontano scappando dalla fame o da una guerra". "Quando è stato necessario fare gesti simbolici come la marcia 'Insieme senza muri', che ha messo 200mila persone in piazza, li abbiamo fatti", conclude Sala.

Montanelli, Sala: "Più sbagliata intitolazione a Cadorna"

"Per me, ad esempio, una delle intitolazioni piu' sbagliate a Milano e' la piazza Luigi Cadorna. Se fosse intitolata al padre capirei, ma e' intitolata al figlio perche' Mussolini voleva essere compiacente nei confronti di una parte dei reduci". Così ancora Sala, a margine dell'inaugurazione della stagione estiva della Triennale, rispondendo ai cronisti in merito alla rimozione della statua di Indro Montanelli ai Giardini Pubblici. Sala si e' riferito al generale che fu considerato uno dei maggiori responsabili della disfatta di Caporetto e a cui comunque e' intitolata una importante piazza milanese. "Io ho ribadito la nostra volonta' di tenere la statua di Montanelli li' dov'e' - precisa Sala - ma capisco che questo non piaccia anche a molti, visto che la nostra decisione e' stata molto criticata. Il mio punto e' che temo che se si apre questo dibattito allora e' estendibile a tante altre realta'". Secondo il primo cittadino il problema andrebbe affrontato complessivamente: "Quando mi si dice 'iniziamo a farne una e poi vediamo', non mi trovo d'accordo: o c'e' un percorso per cui la citta' decide che e' il momento di ripensare a toponomastica, e sono disponibile, oppure fare un singolo atto" ha poco significato. Problemi che comunque, a parere del sindaco, non sono primari: "Non mi pare sia folle chiudere una riflessione su cosa e' prioritario in questo momento a Milano, come il tema del lavoro. Invece, se il dibattito viene anche sui social totalmente assorbito dalla statua di Montanelli, diventa qualcosa di sbagliato".

 

Al vaglio le immagini delle telecamere

Sono state raccolte e stanno per essere analizzate le immagini delle telecamere dei varchi che si trovano intorno ai Giardini Pubblici di Milano, sul lato di via Palestro, proprio dove si erge la statua che ricorda Indro Montanelli, non lontano da dove fu gambizzato nel 1977. Nella notte tra sabato e domenica il monumento e' stato ricoperto da una vernice rossa e macchiato con la scritta "razzista e stupratore", richiamando all'ammissione fatta dallo stesso giornalista, di aver 'comprato' una ragazzina quando combatte' da soldato in Eritrea nel 1936. L'indagine per imbrattamento avviata dalla procura di Milano (sezione antiterrorismo, guidata da Alberto Nobili) e affidata alla Digos, prosegue, dopo che e' comparso anche un video di rivendicazione dei collettivi Lume e Rete studenti Milano. Nelle immagini - anche queste al vaglio degli inquirenti - che ritraggono l'azione in corso, gli autori del gesto hanno il volto coperto e compaiono sempre di spalle. Per questo motivo non sara' facile identificarli. Il video, peraltro, ha come sottofondo una musica che richiama alla lotta dei neri americani; in effetti - nelle intenzioni degli autori - l'imbrattamento della statua di Montanelli e' servito a collegarsi ai moti antirazzisti che si stanno svolgendo negli Usa dopo l'uccisione di George Floyd da parte di un poliziotto bianco. Tuttavia, cio' che preoccupa chi si occupa di antiterrorismo, e' il "clima d'odio pesante e preoccupante" che si respira, soprattutto all'indomani dell'emergenza Covid e se sommato "ad altri segnali" che si possono cogliere.

I Sentinelli: "Questa azione ci fa perdere consenso"

"Con questa azione rischiamo di perdere il consenso che avevamo registrato: molti milanesi, a differenza di quanto si potrebbe pensare guardando i telegiornali, sono infatti contro l'intitolazione dei giardini pubblici di Milano a Indro Montanelli". Lo ha detto Luca Paladini, portavoce de I Sentinelli, ad Adnkronos a proposito della rivendicazione da parte dei collettivi Rete Studenti Milano e LuMe dell'imbrattamento della statua del giornalista. Di recente I Sentinelli, movimento contro le discriminazioni nato nel 2014, avevano mandato una lettera al sindaco di Milano Giuseppe Sala per chiedere la rimozione della statua. "Noi - prosegue Paladini - ci siamo mossi in un modo che voleva aprire un dibattito alla luce del sole coinvolgendo l'amministrazione comunale. Il nostro è quindi un modo di agire diverso rispetto a quello di Rete Studenti e LuMe, che invece rischiano di compromettere un pensiero che ci vedeva dalla stessa parte".

Bolognini (Lega): "Bene l'identificazione dei responsabili, ora Sala sgomberi lo Zam"

“L’identificazione dei tristi personaggi responsabili della scritta ‘Fontana assassino, Sala zerbino’ è un importante passo avanti. I membri del centro sociale ZAM vanno ora puniti per quella scritta vigliacca e indecente, che, come Lega, abbiamo condannato fin da subito in maniera totale. L’istigazione all’odio e alla violenza da parte di questi personaggi non è accettabile, né giustificabile.” Questo il commento del Commissario della Lega a Milano Stefano Bolognini, dopo l’identificazione dei responsabili della scritta “Fontana assassino, Sala zerbino” in via Chiesa Rossa, nel quartiere Abbiategrasso, a Milano. “Adesso – aggiunge il leghista Bolognini – Palazzo Marino faccia la sua parte. Chiediamo al Sindaco Sala e alla giunta comunale di sgomberare in tempi brevi il centro sociale Zam che occupa abusivamente un immobile comunale che fino a poco tempo fa ospitava un comando della polizia locale di Milano.”

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