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Morti Covid: Piacenza come Bergamo. Il virus non guarda a Fontana o Bonaccini

Morti Covid: Piacenza come Bergamo. Il virus non guarda a Fontana o Bonaccini

“Zone rosse” e mancate chiusure. Se ne parlerà per anni. Un occhio a Bergamo con la Procura che indaga sulle responsabilità o omissioni dei vertici di Regione Lombardia, del governo Conte-bis e le pressioni del mondo industriale con tanto di sfilato di assessori e governatori (Gallera e Fontana) e ministri (Speranza e Lamorgese). I numeri però raccontano che ci sarebbe un'altra “zona rossa”, da decenni, da mettere sotto il microscopio. In Emilia i dati aggiornati dell'Istat raccontano la stessa storia drammatica vissuta in Lombardia. L'istituto nazionale di statistica ha deciso di provare a dare una lettura universale dell’impatto dell’epidemia sulla mortalità della popolazione. Data dall’eccesso delle morti, per il complesso delle cause, confrontando il dato del 2020 con la media dei decessi del quinquennio precedente (2015-2019). Sconfessando, nei fatti, il dato sui decessi riportato dalla Sorveglianza Nazionale integrata Covid-19 che fornisce solo una misura parziale di questi effetti, con un indicatore influenzato non solo dalle modalità di classificazione delle cause di morte ma anche dalla presenza di un test di positività al virus. Così si scopre che la provincia di Piacenza ha avuto nel mese di marzo 2020 un aumento del 271 per cento di morti rispetto il periodo 2015-2019. La provincia di Parma ha segnato +209 per cento. I numeri assoluti fotografano nel primo quadrimestre a Parma e provincia la morte di 3.123 persone. Il tasso di mortalità da Covid 19 risulta essere 133,6 per 100.000 abitanti. A Piacenza e provincia sono morte 2.461 persone con tasso di 240,8 per 100.000 abitanti. Le tre provincie più colpite in Lombardia – Bergamo, Lodi e Cremona – hanno avuto rispettivamente tassi di 268, 277 e 242 morti ogni 100mila abitanti, mentre le restanti provincie lombarde hanno reagito “meglio” sia in termini assoluti che percentuali come dimostrano gli incrementi: Pavia +136per cento. Lecco +184. Varese +32. Sondrio +77. Monza e Brianza +100. Milano +94. Mantova +122. Como +63. Numeri che pongono delle domande: il problema sono i modelli sanitari? Lo screening sul territorio? Oppure le mancate chiusure su pressioni confindustriali in bergamasca e del mondo cooperativo in Emilia? In particolare a Piacenza – il magazzino d'Italia, vero snodo logistico del Paese – dove da settimane i forti sindacati di base presenti dentro gli “hub” sul territorio, come il Si Cobas, denunciano assenza di misure di sicurezza e contagi sul lavoro parlando esplicitamente di lavoratori “mandati al macello” per garantire la continuità della filiera. Anche perché le provincie in questione saranno anche geograficamente e amministrativamente separate. Ma non per l'economia. Che le integra all'interno di un'unica grande catena del valore.

Capitolo anziani e Rsa. Secondo un'inchiesta giornalistica pubblicata da Panorama il 13 giugno in tutta Italia è ipotizzabile che siano morti per Covid e patologie correlate 12.000 anziani nelle case di riposo, circa un terzo dei 34.000 morti complessivi. Il dato dell’alta mortalità tra persone ultraottantenni trova conferma in quanto ha reso noto l’Istituto Superiore di Sanità, che ha aggiornato l’età media del totale dei deceduti a causa del coronavirus in Italia, portandola dai precedenti 79 anni e 8 mesi agli attuali 82 anni e 5 mesi. L'Iss ha tentato, vanamente, di ottenere i dati dei decessi da Covid nelle Rsa inviando un questionario nel mese di aprile 2020 a tutte le case di riposo pubbliche d’Italia. Soltanto il 33 per cento ha risposto, un campione di 1.082 strutture su 3.420 contattate. L’esame dei numeri comunicati sul campione, ristretto ma significativo, ha portato l’Istituto Superiore di Sanità a scrivere che in Emilia Romagna il 57,7 per cento degli anziani morti nelle Rsa fino al mese di aprile è deceduto per Covid e patologie correlate. In Lombardia il 53,4 per cento. L’Iss ha scoperto che dal primo febbraio al 14 aprile 2020 in queste strutture ci sono stati in tutto 6.773 decessi tra i residenti. E nel 40,2 per cento dei casi (2.724 su 6.773) le morti sono avvenute con infezioni da Covid o con manifestazioni simil-influenzali: più di 1.600 in Lombardia (su 3.045 decessi totali), circa 300 (su 520) in Emilia-Romagna. Numeri enormi. Che riflettono una mole di errori simili anche per le decisioni politiche prese. Alla casa di riposo Madonna della Bomba Scalabrini, a Piacenza, sono stati inviati pazienti per terminare la quarantena o nella parte finale della convalescenza, proprio come la famigerata delibera di Regione Lombardia che “ha fatto entrare” contagiati Covid nelle strutture per anziani. “Ci hanno mandato degli ospiti, non con patologie importanti, ma con sintomatologia covid – spiegano dalla direzione – Nelle ultime settimane abbiamo dato questo supporto e accolto cinque o sei ospiti, persone che una volta terminata la quarantena rientreranno a casa”. Come uguali, o quasi, sembrano essere le conseguenze. La procura di Forlì ha aperto un’inchiesta sulla casa di riposo “Pietro Zangheri” dove cinque anziani sono deceduti uccisi dal Covid. I parenti di tre hanno sporto denuncia perché i loro cari – sostengono – sono stati abbandonati soli nei letti a morire e nessuno dentro la struttura era dotato di mascherine, guanti e dispositivi di protezione dal virus. Centro persone, tra ricoverati e dipendenti, si sono ammalate di Covid. Decine di case di riposo sono state perquisite dai carabinieri in Emilia e in Romagna, a fronte di altrettante inchieste aperte a carico delle direzioni di queste strutture. Sono stati risparmiati, per ora, dai magistrati i vertici sanitari delle Usl e dell'assessorato alla sanità.

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