Museo Diocesano di Milano, allestito il Presepe di carta di Londonio: nuove figure grazie al contributo di PwC Italia - Affaritaliani.it

Milano

Ultimo aggiornamento: 17:05

Museo Diocesano di Milano, allestito il Presepe di carta di Londonio: nuove figure grazie al contributo di PwC Italia

In occasione del Natale torna in esposizione l'opera settecentesca di Francesco Londonio. Due paesaggi e tre nuove figure recuperati grazie al contributo di PwC Italia

di Federico Ughi

Museo Diocesano di Milano, allestito il Presepe di carta di Londonio: nuove figure grazie al contributo di PwC Italia

Dal oggi 2 dicembre al 25 gennaio 2026, come da tradizione natalizia, il Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano riallestisce nelle sue sale il “Presepe del Gernetto”, composto da circa sessanta figure sagomate, dipinte a tempera su carta e cartoncino, e realizzato da Francesco Londonio (1723-1783), artista lombardo specializzato in scene campestri, animali e, appunto, presepi.

Il presepe di carta si arricchisce quest’anno di tre nuove figure e di due quinte sceniche, giunte al Museo in seguito alla donazione di Raffaello Pini e restaurate per l’occasione grazie al supporto di PwC Italia, che ha offerto anche l’ingresso gratuito per tutti i visitatori martedì 2 dicembre, primo giorno di apertura con due visite guidate a cura  di Nadia Righi, direttrice del Museo e Alessia Devitini, conservatrice del Museo.

Righi (Museo Diocesano): "Presepe, quest'anno molteplici regali per i nostri visitarori"

 

“Tutti gli anni la riapertura della sala del presepe è un segno dell’attesa del Natale - ha dichiarato Nadia Righi, direttrice del Museo Diocesano -. Siamo quindi particolarmente grati a PwC Italia che non solo ha permesso di completare il restauro di quest’opera così identitaria per il Museo Diocesano, ma che anche regala ai nostri visitatori la possibilità di visitare il museo gratuitamente il primo giorno di riapertura del Presepe”. La direttrice ha aggiunto: "Dal 2018 ogni anno mostriamo ai nostri visitatori a dicembre e gennaio. Ma quest'anno abbiamo più regali: abbiamo avuto in dono da un privato due paesaggi e tre figure reperite sul mercato antiquario, che possiamo presentare al pubblico già restaurate grazie al generoso contributo di PwC".

Toselli (PwC Italia): "La cultura è una leva di crescita anche personale"

Giovanni Andrea Toselli, Presidente e Amministratore Delegato di PwC Italia ha commentato: “In PwC abbiamo intrapreso da tempo un percorso orientato alla valorizzazione del patrimonio artistico e culturale del nostro Paese. Un progetto che è nato dall’ascolto dei 10.000 professionisti che lavorano nella nostra Organizzazione e che credono nella cultura come leva di crescita anche personale. La storia di questo presepe conservato nel prestigioso Museo Diocesano ci ha affascinato moltissimo e l’idea di essere noi ad offrire la possibilità ai cittadini di visitarlo gratuitamente ci è sembrato doveroso verso un’installazione natalizia così storica e unica nel suo genere”.

Grandinetti (PwC Italia): "La cultura crea significato e accende curiosità verso la nostra storia"

 

Alessandro Grandinetti, Partner, Clients and Markets Leader e co-managing partner di PwC Italia, ha spiegato: "All'interno della nostra organizzazione convivono quattro generazioni. E la cultura è il collante. L'arte e la bellezza sono necessarie per ritrovare la nostra umanità all'interno dell'attuale contesto di trasformazione digitale. L'umanesimo è l'anello mancante che va recuperato rispetto ad una progressione tecnologica che tende a isolare. La cultura dà significato, attrae le persone e accende la curiosità verso la nostra storia, soprattutto da parte delle nuove generazioni"


Carotenuto (PwC Italia): "Attenzione al territorio, cultura, tradizione sono i nostri valori"

 

Chiara Carotenuto, Communication, Engagement and Branding Director di PwC Italia ha quindi concluso: "E' per noi un grande orgoglio contribuire all'apertura del presepe, un'opera al centro delle tradizioni delle festività natalizie del nostro Paese. Attenzione al territorio, cultura, tradizione,  sono valori che contraddistinguono la nostra organizzazione e che stiamo coltivando, attraverso il progetto 'PwC per la cultura', con una serie di interventi nazionali. Crediamo nel forte valore identitario di iniziative come questa, anche per la possibilità che offrono di connetterci ai territori in cui operiamo". 

 

La storia del recupero dei cinque nuovi elementi del presepe 

Rinvenuti sul mercato antiquario, i due personaggi, l’asino, il ponte e il paesaggio presentano le medesime caratteristiche stilistiche, oltre alla stessa tipologia di iscrizioni sul retro dei supporti, delle altre figure del Presepe del Gernetto già al Museo Diocesano.

Gli elementi, per secoli utilizzati secondo varie modalità, sono pervenuti con evidenti manomissioni e incauti interventi, realizzati con collanti non adeguati, che hanno causato una notevole acidità della cellulosa, danneggiando i supporti di cartoncino. Presentavano inoltre lacune, cadute di colore, abrasioni, ridipinture, e alcuni inserti non appropriati: situazioni risolte dall’intervento di restauro, che ha riportato i cinque nuovi elementi del presepe a una situazione il più vicina possibile all’originale.

Il presepe di carta di Londonio

Eseguito probabilmente fra il settimo e l’ottavo decennio del Settecento ed entrato a far parte della collezione permanente del Museo Diocesano nel 2018 grazie alla donazione di Anna Maria Bagatti Valsecchi, il Presepe costituisce l’ultimo esemplare settecentesco lombardo ad essere giunto pressoché integro ai giorni nostri. A commissionarlo originariamente fu il conte Giacomo Mellerio, appassionato collezionista, amico del pittore e proprietario della Villa Gernetto di Lesmo, in Brianza.

Con lo stesso biglietto, oltre al Presepe del Gernetto e alla collezione permanente, sarà possibile visitare anche le due mostre in corso: LORENZO LOTTO. La Natività. Dalla Pinacoteca Nazionale di Siena. Un Capolavoro per Milano 2025 (fino al 1° febbraio 2026), a cura di Axel Hémery e Nadia Righi, ed ELIO CIOL. Sguardi e silenzi (fino al 15 febbraio 2026), a cura di Stefano Ciol.

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