Netflix multata per la docuserie su Yara. E ora la serie rischia di essere rimossa - Affaritaliani.it

Milano

Ultimo aggiornamento: 17:41

Netflix multata per la docuserie su Yara. E ora la serie rischia di essere rimossa

Il legale dei Gambirasio: "Era il minimo che potessero fare". Ma la piattaforma ha trenta giorni per presentare ricorso

di Giorgio d'Enrico

Netflix multata per la docuserie su Yara. E ora la serie rischia di essere rimossa

Il Garante per la protezione dei dati personali ha imposto a Netflix la rimozione immediata di tutti gli audio privati utilizzati nella docuserie “Il caso Yara – Oltre ogni ragionevole dubbio”, stabilendo che la loro diffusione costituisce una violazione della privacy dei genitori di Yara Gambirasio. L’Autorità ha inoltre comminato alla piattaforma una sanzione da 40mila euro: una decisione che potrebbe avere ripercussioni sulla permanenza stessa della serie nel catalogo italiano, qualora la rimozione dei materiali contestati non fosse tecnicamente possibile o non venisse eseguita nei tempi previsti.

Il provvedimento arriva dopo il reclamo presentato da Fulvio Gambirasio e Maura Panarese, che hanno denunciato l’uso — ritenuto illegittimo — di decine di file audio: 24 nel primo episodio, 19 nel secondo e 3 nel terzo. Si tratta di messaggi vocali della madre alla figlia scomparsa e di conversazioni tra i due genitori, intercettati durante la fase delle indagini, ma mai utilizzati nel processo sull’omicidio della tredicenne di Brembate Sopra, rapita e uccisa nel 2010. 

Il legale dei Gambirasio: "Era il minimo che potessero fare"

È il minimo che potessero fare, visto il grande dolore causato ai genitori di Yara”, ha commentato al "Corriere della Sera" l’avvocato della famiglia, Andrea Pezzotta. Secondo il Garante, la natura profondamente intima di quelle registrazioni e la loro irrilevanza ai fini giudiziari non giustificavano la diffusione pubblica, neppure all’interno di un prodotto di ricostruzione giornalistica. La docuserie, prodotta da Quarantadue, resta per il momento disponibile integralmente su Netflix. I produttori e la piattaforma hanno ora 30 giorni per presentare appello, sostenendo che l’utilizzo di quei materiali rientri nella “legittima espressione del diritto di cronaca” e nella ricostruzione degli eventi che portarono all’arresto e alla condanna di Massimo Bossetti.

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