Milano
NewGenera, nasce il laboratorio d'ascolto per studiare la Gen-Z, coinvolgendo i giovani da protagonisti
La presentazione dell'iniziativa ideata e promossa da Trenord, Twig e Master in Digital Strategy and Processes for Innovation, POLI.design-Politecnico di Milano

Andrea Severini, ad Trenord, Cabirio Cautela, ad POLI.design, Marco Ronchi, CEO Twig
NewGenera, nasce il laboratorio d'ascolto per studiare la Gen-Z, coinvolgendo i giovani da protagonisti
Le nuove generazioni, il loro atteggiamento verso il mondo che li circonda e i temi chiave del presente, attraverso il loro diretto coinvolgimento, ascoltandoli, ponendoli in un ruolo attivo e decisionale: è questo il lavoro di NewGenera - Laboratorio di ascolto, elaborazione e racconto dei punti di vista delle nuove generazioni attraverso le metodologie del mondo del design, ideato e promosso da Trenord, Master in Digital Strategy and Processes for Innovation, POLI.design-Politecnico di Milano, e la società di consulenza in design strategico, marketing e comunicazione digitale Twig.
Il Laboratorio è stato presentato oggi in un evento che è stato anche l’occasione per descrivere lo scenario, emerso da una prima indagine, di una nuova generazione tra luci e ombre, da un lato compressa da un senso di disorientamento, dall’ansia e dalla pressione sociale, dalla dipendenza dai social e dai cellulari, a volte distante anche dal mondo reale (compreso quello del lavoro), ma allo stesso tempo, consapevole di queste difficoltà, non disposta a restare nell’inerzia e, anzi, motivata a reagire. Da qui, sullo sfondo, una vera e propria richiesta di supporto che emerge: le nuove generazioni chiedono di essere aiutate ad abbattere gli ostacoli che impediscono di prendere in mano il proprio futuro, di essere coinvolte nelle decisioni.
NewGenera, i giovani protagonisti delle attività del laboratorio
Tratto distintivo dell’attività di NewGenera sarà quello di rendere i giovani protagonisti focalizzando il lavoro del Laboratorio sulle abitudini, le aspettative e i bisogni delle nuove generazioni al di là dei dati statistici disponibili, nella quotidianità. Di anno in anno sarà scelto un tema specifico da indagare, intersecato a quello di sfondo della mobilità. Ed è proprio in concomitanza con la Settimana Europea della Mobilità (16-22 settembre) che il Laboratorio è stato presentato e inizia il proprio percorso.
NewGenera è l’unico spazio dedicato all’ascolto e al racconto del punto di vista delle nuove generazioni - a partire dalla Gen-Z -, che le vede coinvolte in prima persona, con l’obiettivo di mettere a disposizione della società i risultati delle sue attività, e che lavora utilizzando metodologie proprie del mondo del design. Un board che accoglie al suo interno rappresentanti delle nuove generazioni sceglierà annualmente il tema specifico per un’indagine, lavorando al fianco di un comitato scientifico di esperti nell’elaborazione dei risultati, con lo scopo di diffonderne, infine, la conoscenza e promuovere progetti che possano valorizzarli.
Severini (Trenord): "Una grande opportunità di confronto con le nuove generazioni"
"Questo progetto è per noi è una grande opportunità di ascolto e confronto con le nuove generazioni, alle quali noi chiediamo di raccontarci quello che si aspettano e quello che si aspettano anche da una azienda di mobilità come la nostra - ha spiegato ad Affaritaliani.it Milano l'ad di Trenord Andrea Severini -. La nostra aziende ha al nostro interno una componente molto giovane, perché la crescita di Trenord degli ultimi anni ha fatto sì che la popolazione di dipendenti di Trenord sia davvero ringiovanita. L'occasione unica di poter intervenire in università, di poter dialogare, di poter domandare e chiedere agli studenti che cosa pensano, qual è la loro soluzione, qual è la loro proposta è comunque un forte arricchimento per noi. Ci piacerebbe pensare che anche altre aziende possano continuare con noi il nostro percorso e farlo crescere".
Cautela (POLI.design): "Vogliamo comprendere cosa ci sia dietro le dinamiche di apprendimento dei giovani"
Cabirio Cautela, Amministratore Delegato di POLI.design, ha commentato con Affaritaliani.it Milano: "Esistono diversi studi qualitativi sulle nuove generazioni, ma c’é povertà di analisi empiriche che analizzino in profondità i dati. Si parla di "look down generation”, di una generazione che guarda sempre in giù perché attratta dagli smartphone, ma questo progetto vuole farlo l’opposto: non ipotesi, ma andare alla fonte, coinvolgere le nuove generazioni all’interno di questi studi/analisi a tutto tondo, che cerchino di capire non solo dei temi micro come, l’apprendimento, la mobilità o il modo di divertirsi, ma che indaghino temi più alti come il rapporto con la natura, la convivenza con gli altri, la convivenza con se stessi, quali sono le nuove ansie e le nuove paure". "Si va un po’ più in profondità e lo facciamo con l'ausilio dei dati - prosegue Cautela -. Una struttura come Poli.design, a contatto ogni anno con 7/800 studenti da diverse parti del mondo, fa parte di questo progetto perché interessata a capire, in un mondo in cui l’apprendimento è sempre più influenzato dalle tecnologie digitali, cosa ci sia dietro le dinamiche di apprendimento tra i giovani. Quali sono le loro ansie, le loro paure e i loro meccanismi di interazione con gli altri".
Ronchi (Twig): "L'importanza di aver svolto l'ascolto sui treni"
Marco Ronchi, CEO di Twig, ha aggiunto: "Penso che la specificità più importante di questo progetto sia legata in primis al luogo in cui si è svolto questo ascolto. E' stato infatti scelto il treno. Scegliere di ingaggiare le nuovi generazioni sul treno è stato un elemento vincente, perché ha dato uno spazio in un non luogo, rendendolo un luogo di ascolto e di partecipazione. Il secondo elemento caratterizzante è stato sicuramente quello di avere questa generazione nel board decisionale. Dando loro non solo la possibilità di rinterpretare le risposte dei compagni di viaggio, ma anche facendo sì che potessero esprimere direttamente la loro voce all’interno del board, rendendo poi lo stesso board un elemento decisionale. In tutto questo, Twig è uno dei tre attori che porta la sua esperienza per raggiungere queste persone con strumenti digitali. E lo fa attraverso una dinamica human-driven, di cui noi siamo rappresentanti".
NewGenera: i risultati della prima indagine
Il metodo NewGenera è stato testato in una prima indagine pilota, svolta sui social, sito NewGenera, avvisi a bordo treno nel periodo dal 10 luglio al 2 settembre 2025. A fronte di un obiettivo di 100 utenti in target (18-30 anni), sono stati ben 2400 i giovani che hanno risposto spontaneamente alla survey, un dato sorprendente, che mostra una profonda motivazione a reagire.
Dalla sfera emozionale e relazionale, alla tecnologia e al mondo del lavoro, la prima indagine restituisce uno scenario di difficoltà consapevole da parte dei giovani, di pressione, di ansia che incide anche sulla loro salute e sul loro benessere, ma anche di tanta voglia di reagire e una profonda richiesta di aiuto. La survey chiedeva di esprimere un’opinione rispetto a frasi che riferivano alcuni giudizi/stereotipi comunemente diffusi sulle nuove generazioni. È stato chiesto loro, per esempio, quali frasi avrebbero voluto “riscrivere” (indipendentemente dalla motivazione) fra opzioni che citavano diversi ambiti: il lavoro, l’uso di telefoni e social, relazioni e socialità.
Fra tutte, le frasi che hanno generato da parte dei giovani utenti più reazioni critiche e riflessive – perché percepite come rappresentative di narrazioni diffuse, ma anche problematiche – sono state “Sul lavoro, i giovani non si impegnano abbastanzaˮ (1118 risposte) e “I giovani faticano a staccarsi dai propri telefoniˮ (837).
Chiamati a indicare quali frasi intendessero riscrivere fra quelle proposte perché “vorrebbero che non fossero vere”, i giovani hanno indicato: “I giovani fanno fatica a staccarsi dai propri telefoniˮ (242 risposte), “I giovani si sentono sempre più soli, anche se iperconnessiˮ (235), “I giovani sentono una forte pressione sociale a conformarsi a ideali impostiˮ (235). Sembra emergere un paradigma di accelerazione e pressione che i giovani riconoscono come reale, ma problematico.
Le frasi che più hanno generato una vera e propria reazione di disaccordo sono per la maggior parte espressioni che riguardano generalizzazioni rispetto al tema dell'impegno lavorativo, ma anche della sfera relazionale: "I giovani sul lavoro non si impegnano abbastanza" (905 risposte), "I giovani fanno fatica a creare rapporti profondiˮ (324), "I giovani sul lavoro si aspettano condizioni troppo flessibili" (281). Uno scenario che viene confermato dalle frasi con cui gli utenti maggiormente si identificano: “I giovani si sentono molto stressati e in ansia ˮ (356 risposte), “I giovani sentono una forte pressione sociale per conformarsi a ideali impostiˮ (282), “I giovani faticano a staccarsi dai propri telefoni ˮ (264).
I giovani tra preoccupazione, insicurezza e voglia di essere proattivi
Preoccupazione, quindi, insicurezza, ma anche il bisogno e la voglia di reagire e di essere proattivi. Le vibe che i giovani associano ad alcuni concetti proposti sono molto positive e costruttive: per es. “viaggiare” si associa a #scoperta, “fare” si associa a #produttività, “te stesso” a #consapevolezza. E per il proprio futuro i giovani si augurano soprattutto benessere, ma anche crescita: emerge chiaramente un profilo che vuole reagire all’inerzia e che sottintende il desiderio di essere, in questo, supportato, nello scenario descritto da questa prima indagine del nuovo Laboratorio.