Milano
Oltre la presidenta c'è di più. La rivoluzione della Comune di Milano

La giunta comunale ha deciso si debbano declinare al femminile le cariche quando ricoperte da donne, ma siamo sicuri abbia senso farlo?
Oltre la presidenta c'è di più. La rivoluzione della Comune di Milano
Ci si consenta di chiedere alla Giunta Comunale se, visto che probabilmente per le femministe milanesi quanto stiamo per scrivere è sicuramente cosa priva di logica e non condivisibile, possa essere usato per commentare il nostro scritto il termine cretinato, cazzato, minchiato. E non quelli, in uso alla nostra tremenda lingua, ché Dante soffra della tecnofagia di Ugolino per il tradimento della patria (con la "a" e dunque femminile). Non cazzata orbene ma cazzato, non minchiata ma minchiato, non cretinata ma cretinato. Potessimo morire, questo ce lo dovete. Oh, e non si capisce perché - visto che pure noi maschi moriamo, sorella morte debba essere sorella. Vogliatela rendere fratello. Fratello morto.
Non c'è che dire. Siamo una squadra fortissimi, come diceva Checco Zalone (se parliamo di uomini, per il calcio femminile ok squadra fortissima). Talmente forti che tra luglio e agosto, mentre metà della gente ha le infradito in valigia e il piede in aeroporto o sull'acceleratore per sgommare via sulla strada per il mare, la giunta di Milano ha deciso che per ogni atto amministrativo si debbano usare presidenta, assessora, consigliera, revisora. Ci aspettiamo, visto che siamo all'ortografia, che ben presto venga a cadere anche la pessima abitudine, laddove in un gruppo vi sia un maschio e 10 femmine, di usare il plurale maschile. Ma dove siamo finiti? Nomineremo subito una commissione paritetica per decidere se usare la "i" o la "e". Se poi i conteggi risulteranno difficoltosi, gli uffici (che se saranno popolati più da donne diventeranno le ufficie) elaboreranno "l'algoritm*", senza desinenza finale: sia mai che la matematica sia sessista eh. Dunque, visto che quel che è giusto è giusto, se una giunta è a maggioranza femminile si dirà "giunta", se la maggioranza sarà maschile sarà "giunto". Se i revisori dei conti saranno in maggioranza maschi, allora sarà collegio. Sennò sarà collegia. Di questo passo, è ovvio che poi bisognerà fare un censimento approfondito di tutti gli abitanti di Milano. Non le cambieremo il nome, a Milano, perché è equanime di suo: finisce per -o ma è femmina. Saggia Milano. Però dovremo per forza contarli, gli abitanti. Perché se si dimostrerà che saranno in maggioranza femmine, allora il Comune dovrà diventare la Comune. Sempre che non lo sia - nella maniera più stupida - già diventato.
fabio.massa@affaritaliani.it