Pandemia energetica e guerra, Guidesi: "Roma e Bruxelles troppo lente" - Affaritaliani.it

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Pandemia energetica e guerra, Guidesi: "Roma e Bruxelles troppo lente"

Guidesi, Regione Lombardia: "Pandemia energetica e guerra, Roma e Bruxelles sono troppo lente”

Pandemia energetica e guerra, Guidesi: "Roma e Bruxelles troppo lente"

Guido Guidesi è preoccupato. Assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia, è una delle figure più stimate nel mondo dell'imprenditoria. "Veniamo da una fase di pandemia energetica per la quale gli interventi governativi sono stati insufficienti e adesso c'è questa pazzia della guerra. Occorre fare di più e più velocemente", spiega ad Affaritaliani.it Milano.

Assessore Guidesi, qual è la situazione?

Già c'era la questione della pandemia energetica. La definisco così perché come la pandemia sanitaria, colpisce tutti indiscriminatamente. Ora la situazione è pure peggiorata per questa pazzia totale della guerra in Ucraina. Le aziende con scambi commerciali con la Russia e con l’Ucraina hanno ovviamente problemi. Ma tutte soffrono dell'ulteriore incremento dal punto di vista dei prezzi e dei costi dell'energia. A questo poi si aggiunge la questione che riguarda le materie prime: edilizia e siderurgia non trovano i materiali. Poi c'è la filiera agroalimentare che importa pesantemente dall'Ucraina, e dunque rischia di non farcela.Pensi solo ad un bar che è rimasto chiuso per decreto 5 mesi su 20 e oggi si trova con bollette triplicate oppure pensi ad un lavoratore in cassa integrazione per la sospensione dell attività della sua azienda e a casa si trova bollette triplicate da pagare. Qui stiamo parlando non solo di pandemia energetica ma di rischi sociali.

Eppure sembrava ci fosse la ripresa.

Sembrava, e c'era. Siamo passati da un picco di produttività industriale, con le aziende con ordinativi superiori agli ultimi 15 anni, ma che non possono lavorare e quindi non possono evaderli. E' una situazione molto rischiosa.

Perché?

Perché le sospensioni produttive possono diventare cessazioni. E quando si tratta di cessazioni vuol dire perdita di posti di lavoro e di fette di economia.

E il Governo?

Sui costi dell'energia ha tardato e non ha fatto abbastanza, anche perché alcune cose non dipendono solo ed esclusivamente da Roma, oggettivamente, ma anche dalla commissione europea, che ci ha messo cinque mesi per intervenire sugli extraprofitti dei fornitori. E' evidente però che i tempi di cui hanno bisogno le aziende non sono stati assolutamente rispettati. Il rischio vero è che se non si interviene dal punto di vista delle risorse per calmierare i costi energetici e dei carburanti e sulle norme per semplificarle, allora è possibile che la sospensione di alcune attività diventi una cessazione di alcune attività. Va affrontata la questione come è stata per la pandemia sanitaria: con la dovuta emergenza perché questa è una emergenza. Ed è grave.

Regione Lombardia che cosa ha fatto?

Noi abbiamo fatto una serie di proposte al governo sui temi dei costi energetici. Proposte che hanno riguardato le scelte di calmierazione dei prezzi, e proposte relativamente a normative dal punto di vista strutturale per cercare di accompagnare le dovute compensazioni rispetto alla dipendenza energetica. Alcune delle proposte che abbiamo condiviso con le associazioni di categoria sono entrate nei precedenti decreti del governo. Ma il primo allarme noi l'abbiamo lanciato attorno al 20 ottobre e adesso siamo ancora qui a discutere delle cose che servono. I tempi di approvazione sono davvero troppo lenti.

Se avessimo avuto l'autonomia avremmo affrontato meglio la pandemia energetica?

Assolutamente sì, avremmo potuto rispondere in maniera veloce, e avremmo accompagnato sicuramente i processi. I tempi a livello nazionale non sono i tempi territoriali, non sono i tempi di Regione Lombardia e se Regione Lombardia avesse avuto le tante risorse che servono avrebbe risposto nell'immediatezza. Abbiamo fatto, facciamo e faremo il nostro. Noi stiamo cercando di adeguare il più possibile i nostri strumenti ad esigenze e tempi delle aziende, governo e commissione europea devono fare la stessa cosa.

fabio.massa@affaritaliani.it

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