Nel Parco dello Stelvio riaffiora la “Valle dei Dinosauri”: orme vecchie di 210 milioni di anni nel cuore della Alpi - Affaritaliani.it

Milano

Ultimo aggiornamento: 18:01

Nel Parco dello Stelvio riaffiora la “Valle dei Dinosauri”: orme vecchie di 210 milioni di anni nel cuore della Alpi

Secondo gli esperti sarebbe "il sito più grande delle Alpi e uno dei più ricchi al mondo"

di Alessandro Pedrini

Nel Parco dello Stelvio riaffiora la “Valle dei Dinosauri”: orme vecchie di 210 milioni di anni nel cuore della Alpi

Tra Bormio e Livigno, nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio, le Alpi riscrivono la loro storia più antica. Migliaia di orme di dinosauri, perfettamente conservate su pareti di dolomia oggi quasi verticali, sono state individuate nella Valle di Fraele e risalirebbero a circa 210 milioni di anni fa, nel Triassico Superiore. Una scoperta destinata a cambiare la conoscenza della presenza dei dinosauri in Italia e a proiettare la Valtellina al centro della paleontologia internazionale. A definirla senza esitazioni è Cristiano Dal Sasso, paleontologo del Museo di Storia Naturale di Milano: «È una vera e propria valle dei dinosauri che si estende per chilometri. Il sito più grande delle Alpi e uno dei più ricchi al mondo. Un immenso patrimonio scientifico che richiederà decenni di studio».

Migliaia di orme che si estendono per centinaia di metri

Le orme formano piste lunghe centinaia di metri, talmente nitide da conservare in alcuni casi segni di dita e artigli. Alcune impronte raggiungono i 40 centimetri di diametro. La disposizione delle tracce racconta scene di vita preistorica: camminate parallele che indicano branchi in movimento sincronizzato, ma anche configurazioni circolari che suggeriscono comportamenti complessi, forse difensivi. Secondo le prime analisi, le impronte apparterrebbero a prosauropodi, grandi erbivori dal collo lungo e dalla testa piccola, antenati dei celebri sauropodi del Giurassico come il brontosauro. Animali robusti, dotati di artigli appuntiti su mani e piedi, che potevano raggiungere anche i 10 metri di lunghezza. Un tempo camminavano lungo le rive poco profonde dell’Oceano Tetide, in un ambiente caldo e tropicale, con vaste piane di marea che si estendevano per centinaia di chilometri. L’assetto quasi verticale delle orme è il risultato dei giganteschi movimenti geologici che, milioni di anni dopo, hanno dato origine alla catena alpina.

Una vetrina mondiale a pochi mesi dalle Olimpiadi

La scoperta ha anche un volto e una data: Elio Della Ferrera, fotografo naturalista, che lo scorso 14 settembre, durante un’escursione nella Valle di Fraele alla ricerca di cervi e gipeti, ha notato quelle strane impronte affioranti dalla roccia. Le fotografie inviate immediatamente agli esperti e alla Soprintendenza hanno acceso i riflettori su quello che oggi è considerato uno dei più importanti siti paleontologici d’Europa. Il tutto avviene a meno di due mesi dall’inizio delle Olimpiadi invernali Milano Cortina, che vedranno protagonista anche l’area di Bormio per le competizioni di sci alpino. Tra Bormio e Livigno, dunque, non solo sport e paesaggi iconici, ma anche una finestra aperta su un passato remoto, quando dove oggi scorrono piste e sentieri camminavano branchi di dinosauri. Un tesoro fragile e difficilmente accessibile, che – spiegano gli studiosi – potrà essere indagato solo con droni e tecnologie di telerilevamento. Ma è già chiaro che la “Valle dei Dinosauri” dello Stelvio è destinata a diventare un punto di riferimento mondiale, capace di affiancare alla spettacolarità delle Alpi lombarde il fascino profondo della preistoria.

LEGGI TUTTE LE NOTIZIE DELLA SEZIONE MILANO








A2A