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Milano
Pd, polemiche sulla cittadinanza a Mussolini. Fiano: nulla contro Gori
Emanuele Fiano e Giorgio Gori

Pd, polemiche sulla cittadinanza a Mussolini. Fiano: nulla contro Gori

Bergamo, revoca della cittadinanza concessa al Duce durante il Ventennio. Polemiche nel Pd. Gori si oppone dal 2015. Fiano: nessuno scontro con il sindaco

LA POLEMICA - Benito Mussolini fa litigare Emanuele Fiano e Giorgio Gori: entrambi del Pd e pure renziani, il primo responsabile sicurezza dei democratici e tra i principali fautori del disegno di legge che punisce la propaganda fascista, il secondo sindaco di Bergamo e candidato alle regionali lombarde. Al centro della querelle, la scelta reiterata di Gori di non revocare la cittadinanza onoraria al Duce, concessa come in molte altre città ai tempi del Ventennio. Numerosi sindaci di diversi comuni italiani hanno negli anni revocato l'omaggio a Mussolini, ma non Gori. E Fiano, ospite a Bergamo di un incontro promosso dall'Anpi per discutere la legge che porta il suo nome, è tornato pochi giorni fa ad attaccare, affermando di non capire "le scelte e le opportunità per decidere di mantenere delle cose iscritte nella nostra storia". "Non mi piace per niente - sono state ancora le parole di Fiano - che ci siano ancora delle cittadinanze onorarie a Mussolini, che considero un assassino. Trovo singolare che si mantenga una cittadinanza onoraria per un assassino"

Parole che hanno riportato d'attualità un dibattito che va avanti dal 2015. Come riporta Repubblica, Gori si è sempre rifiutato di ascoltare le richieste giuntegli da più parti, non da ultimi dal suo vicesindaco, Sergio Gandi, e dal presidente della provincia di Bergamo, Matteo Rossi."La cittadinanza lasciamola come monito, proporne la cancellazione è un errore che denuncia una mancanza della necessaria distanza dai fatti della storia", è invece il pensiero di Gori, che ha anche affermato: "Cancellare un fatto politico ormai consolidato e storicizzato sarebbe un errore. Una sorta di rivincita a posteriori che però non cambierebbe nulla".


LA PRECISAZIONE DI FIANO: NESSUNA POLEMICA CONTRO GORI

Emanuele Fiano smorza, tramite un lungo post sul suo profilo Facebook, le speculazioni sul suo intervento a proposito della cittadinanza a Mussolini: "Un articolo di oggi di Repubblica prova ad accendere una polemica inesistente tra me e #GiorgioGori, Sindaco di Bergamo, secondo me il miglior candidato possibile del centrosinistra alla Regione #Lombardia. La questione riguarda un'antica cittadinanza onoraria di Benito Mussolini presso la città di Bergamo. A domanda del giornalista Paolo Berizzi al termine di un interessante dibattito tre giorni fa a Bergamo presso l'Anpi, mi è stato chiesto della cittadinanza onoraria del duce, ho risposto che per me Mussolini era un assassino e dunque ritengo che la cittadinanza a degli assassini non sia confacente con la nostra storia. Tutto qui, nessuna polemica con il Sindaco Gori, persona che io stimo, di cui conosco con certezza la militanza democratica e antifascista. Il Sindaco ha una rispettabile opinione diversa dalla mia. Ritiene che il mantenimento di quella cittadinanza serva come monito della storia. Condividiamo gli stessi valori può essere che in questo caso non condividiamo gli strumenti dell'agire. È umano. Ma questa non è una polemica, lo possono testimoniare le oltre 100 persone presenti al dibattito. Questa è la Democrazia, avere opinioni diverse su singole questioni, rimanendo la stima, la condivisione di un progetto e la medesima militanza democratica. Io mi occupo, con molta preoccupazione, la stessa, posso testimoniare di Gori, dei rigurgiti di cultura neofascista, mi occupo di una questione seria, maledettamente seria, in un continente nel quale 10 anni di pervasiva crisi economica hanno acuito i problemi di diseguaglianza sociale, di impoverimento e dunque di fragilità sociale e poi di rabbia, quando non anche di violenza, a cui si è sommata la vicenda epocale dell'immigrazione, costituendo il miglior terreno possibile per il rafforzamento di movimenti ed ideologie razziste, estremiste e neofasciste, come dimostrano le vicende politiche di tutt'Europa. A questo guardo con attenzione, preoccupato di rafforzare la Democrazia e la libertà, arginando il riemergere di antiche terribili ricette. Non sono interessato a vicende che riguardino l'architettura fascista, le scritte sui monumenti le collezioni di francobolli o le cittadinanze onorarie, non è lì il problema. Il problema è oggi; se sia sufficiente la nostra battaglia culturale, se siano sufficienti le nostre risposte politiche ai problemi sociali, se siano sufficienti le nostre leggi. Non sono interessato a polemiche montate ad arte e abbraccio Giorgio Gori al cui fianco sarò sempre nelle prossime battaglie".

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