Milano
Pinocchio/ Bilancio Expo, polemica fuori tempo massimo
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ASCOLTA LA RUBRICA "PINOCCHIO" OGNI GIORNO SU RADIO LOMBARDIA (100.3), IN ONDA ALLE 19.15 DURANTE IL PROGRAMMA DI APPROFONDIMENTO "PANE AL PANE" E IN REPLICA IL GIORNO DOPO ALLE 6.45
C’era una volta un Paese analfabeta. Sinceramente, onestamente analfabeta. Ora, io non voglio difendere Beppe Sala ad ogni costo. Non mi interessa proprio. Anzi, per dirla tutta, non abbiamo risparmiato nulla al candidato sindaco di centrosinistra. Insieme al Fatto, quando era commissario Expo, abbiamo tirato fuori i dati sugli accessi che erano partiti molto bassi. E abbiamo raccontato delle sue cene di finanziamento, con nomi e cognomi, facendo venire il mal di pancia preventivo a più d’uno e magari facendogli anche perdere qualche soldi di gente che - vistasi sui giornali - alla fine non andava più. Ora, però, una cosa dobbiamo dircela. Se proprio si vuole attaccare su Expo, lo si faccia sul fatto che molti lavoratori non sono stati pagati, ad esempio. Non sul fatto che i bilanci si presentano a giugno. Perché questo è perfettamente normale in tantissime aziende, e non saperlo, tanto per tornare al Paese analfabeta, è segno di analfabetismo. E, comunque, dato che ha dato le dimissioni, la decisione non spetta a Sala. E poi, che gli avversari se lo mettano in testa una volta per tutte: ai milanesi interessa sapere quale Milano hanno in testa i candidati, non beghe su un milione in più o in meno su una cosa finita. Tanto più che Stefano Parisi, infatti, su Expo non dice una parola e invece bada al concreto. Che il centrodestra prenda esempio da lui: è molto più furbo di tanti presunti strateghi strapagati…