Milano
Pinocchio/ C'era una volta la serietà e il mito del partito che fa votare...

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C’era una volta la serietà e il mito del partito che fa votare dal basso, quello che vota tutto in Rete. Ora, non è certo un mito nato con il Movimento 5 Stelle. Ve lo ricordate il Partito Comunista che aveva il mito che le decisioni spettavano ai lavoratori? E il Partito Socialista, che organizzava riunioni oceaniche? Ecco, la verità è che in qualunque partito la facciata è quella democratica, ultrademocratica, c’è poi una praticità di fondo, ovvero che non è che per tutto si può consultare la base. Altrimenti finisce che nessuno ci capisce più niente e soprattutto finisce che gente non adeguatamente informata faccia scelte magari complicate. Poi, però, sono arrivate le primarie. O meglio, ci sono sempre state, negli Stati Uniti. Che hanno questo sistema di selezione del candidato, che poi una volta scelto si scontra, diventa presidente e poi decide tutto lui praticamente senza consultare nessuno. E’ un sistema valido perché unisce la leadership, concetto tipico del popolo americano, con la democrazia dal basso. Lo so, l’ho presa larga, ma era per dire che ci sono vari sistemi per garantire la democrazia. C’è chi decide di consultare il popolo sul candidato, c’è chi decide di non consultarlo, chi decide nelle segreterie, come ha fatto il centrodestra per Parisi. Ma io non ho mai visto un Movimento che dovrebbe decidere a base più ampia possibile, sul web. Poi si riduce a quattro votanti fisici e infine deve sentire lo “staff”, che poi è la sua segreteria, peraltro non eletta, sul prossimo candidato sindaco di Milano. E voglio dirlo subito: mi piace la posizione dell’aspirante candidato, l’avvocato Gianluca Corrado. Che in buona sostanza dice: volete scegliere in un modo o nell’altro a me va bene. Purché però decidiate. Perché il countdown verso le elezioni è partito da un pezzo. E perché la brutta esperienza di Patrizia Bedori va archiviata il più presto possibile.