Milano
Pinocchio/ L'emergenza droga che serpeggia ignorata

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C’era una volta la capitale morale che sniffava neve. Una volta tanto ci prendiamo una pausa dalla politica e proviamo a parlare di cronaca. Che poi tanto cronaca non è, ma più che altro un grande monito a tutti quanti: anche se a volte i giornali non ne parlano più, qui c’è sempre e comunque una emergenza droga che serpeggia sotterranea in giro per la città innevata, dove la neve è in gergo la cocaina. Lo spunto mi viene da una notizia di questa mattina, quando i carabinieri, mezzo migliaio, si sono impegnati ad arrestare oltre 50 persone dopo aver scoperto una raffineria di cocaina a Usmate Velate, in provincia di Monza. Fenomeno interessante: una raffineria in provincia di Monza. Altro che Colombia o valli interne della Sicilia, le raffinerie sono tra noi, un po’ come i consumatori, che a fiumi si ficcano nel naso porcherie in modo ormai socialmente accettabile, giacché nessuno dice niente. Ricordo quando ero ragazzino e c’era l’emergenza eroina degli anni ’80. Nel parchetto di via Cermenate, dove andavo a scuola, c’era un ragazzo che - cintura al braccio - si bucava. Io ero in auto, a qualche metro di distanza, che aspettavo con mio padre che anche mio fratello uscisse da scuola. Mio padre mi costrinse a guardare nello specchietto quel giovane che si drogava. Insegnamento durissimo. Ebbi gli incubi per giorni ma la paura mi ha impedito negli anni successivi di avvicinarmi, anche se ne ho avute mille occasioni, al mondo degli stupefacenti. Ecco, oggi non c’è più nessuno per le strade che si buca, e questo è un bene. Ma purtroppo, forse proprio per questo, la droga è diventato un problema di secondo piano per il quale non sempre i genitori “dotano” i figli dei giusti anticorpi.











