Pinocchio/Milano, cercasi civil servant disperatamente - Affaritaliani.it

Milano

Pinocchio/Milano, cercasi civil servant disperatamente

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C’era una volta un Paese nel quale fare il sindaco era un onore. E mi spiego. A quale persona non piacerebbe entrare nella storia della propria città? I sindaci di Milano sono state figure che hanno davvero influenzato il corso della storia dei loro concittadini. Tanto più che fare il sindaco, anche oggi, anche nella grandissima crisi di bilancio e anche di idee del mondo moderno, lascia comunque al primo cittadino una enorme libertà d’azione. E poi, al di là di tutto, fare il sindaco dovrebbe essere un onore. Una volta li chiamavano civil servant, ovvero servitori della collettività. Qualche anno fa si sono riempiti la bocca tutti di questo termine. Ma oggi, se andiamo a guardare la mappa delle candidature non solo a Milano, ma in giro per l’Italia, vediamo che di aspiranti candidati sindaci ce ne sono davvero pochi. Chissà perché. Forse perché si guadagna poco? Forse perché ci sono tante grane? La cosa incredibile, anche a Milano, è che fare il sindaco spianerebbe la strada a qualunque carriera politica, eppure nessuno vuole farlo, con l’eccezione di Corrado Passera, Giulio Gallera, Pierfrancesco Majorino ed Emanuele Fiano (con l’aggiunta di un paio di outsider, Caputo e Iannetta). Giuseppe Sala, l’ad di Expo, dice che gli piacerebbe rimanere in una società pubblica. Paolo Del Debbio dice che gli piacerebbe rimanere in televisione. Ecco, forse sarebbe meglio selezionare qualcuno a cui piace davvero fare il sindaco e che ritiene un onore spendere una parte della propria vita al servizio degli altri. Altrimenti che significato ha essere un civil servant?








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