Pinocchio/ Generazione mille euro, addio pensione - Affaritaliani.it

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Pinocchio/ Generazione mille euro, addio pensione



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ASCOLTA LA RUBRICA "PINOCCHIO" OGNI GIORNO SU RADIO LOMBARDIA (100.3), IN ONDA ALLE 19.15 DURANTE IL PROGRAMMA DI APPROFONDIMENTO "PANE AL PANE" E IN REPLICA IL GIORNO DOPO ALLE 6.45

C’era una volta un Paese dove andavano in pensione tutti. Tranne una generazione. La generazione mille euro, come scrisse il mio amico Alessandro Rimassa in un bestseller, perché quando gli altri andavano già a botte di duemila euro al mese, loro, la generazione mille euro, si dovevano accontentare appunto di quella cifra. Mentre gli altri avevano contributi e tutto il resto garantito (cose di poco conto, tipo la malattia e il diritto di comprarsi una casa e fare dei figli), loro, la generazione mille euro, niente.

Ora il presidente dell’Inps dice che proprio a causa di quel precariato, a causa del fatto che i conti sono quelli che sono e che - in fondo - si sono magnati tutto quelli che ci hanno preceduto noi generazione degli anni ’80 dobbiamo necessariamente andare in pensione a 75 anni. Facendo i conti, a 75 anni io avrò solo 56 anni di contributi. Non male. Considerato che ormai la vita media è arrivata oltre gli ottanta, forse mi resteranno cinque-sei anni di vita, sempre che non sia morto d’infarto su una scrivania. Ma vabbè, questo è quello che ci aspetta.

Quello che però non sopporto, e devo dirlo chiaro e tondo, sono due cose. La prima è la spocchia di certi anziani (per modo di dire, generalmente non hanno mai più di sessant’anni) che sono andati in pensione a 55, magari, che cianciano di quanto i giovani non lavorino. La seconda è la spocchia di certi politici che fino all’altro ieri erano per i contratti cococo, per le collaborazioni, per il precariato selvaggio. Ecco, ora, cari politici e cari tecnici, andateglielo a spiegare a quelli come noi, che devono lavorare fino a 75 anni. C’è solo una consolazione: tra una decina d’anni questo Paese sarà della nostra generazione. E chissà che qualche politico imbecille non lo si metta più in condizione di non nuocere rimuovendolo da qualunque incarico e strapuntino sul quale intanto avrà posato le sue voraci chiappe.








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