Milano
Pinocchio/Portello, una decisione scomoda (da cui tutti scappano)

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C’era una volta un Paese nel quale quando c’era da prendere una decisione scappavano un po’ tutti, chi a destra e chi a sinistra, soprattutto quando quella decisione è altamente impopolare. Mi riferisco alla vicenda del Portello, la zona di Milano dove potrebbe sorgere il nuovo stadio del Milan. In lizza per quell’area ci sono solo due progetti, uno è stato eliminato: un progetto definito “green”, quello di Vitali, e - appunto - lo stadio. Ora, come al solito i cittadini si sono organizzati perché ritengono che dei due solo quello di Vitali sia “sostenibile” dal quartiere. Lo stadio, dicono, porterebbe troppo traffico, inquinamento, etc etc. Sulla bontà o meno di queste motivazioni io non mi esprimo. Perché da una parte è vero che la qualità della vita è importante. Dall’altra è anche vero che senza nessuna attività di attrazione la città muore, pezzo dopo pezzo. Quindi, giudizio sospeso. Quello che però mi infastidisce è che il Comune di Milano pare non intenda decidere niente. Eppure ha una bella responsabilità, perché deve fare le varianti urbanistiche del caso, e comunque è un quartiere che subirebbe grossi cambiamenti. Così, con un occhio alle elezioni dell’anno prossimo, nessuno dice niente. Nè a favore né contro lo stadio. Intanto Fondazione Fiera, che dei terreni è proprietaria, deciderà a chi darli per realizzare o lo stadio o il progetto green. E con questo ci si mette sulla strada per realizzare un grande pasticcio nuovo di zecca. Perché se decidessero di fare lo stadio e poi il Comune si opponesse? E se decidessero di fare il progetto green e poi si scoprisse di aver mancato un’occasione? Insomma. La verità è che bisognerebbe, almeno una volta nella vita, non tenere lo sguardo fisso sulle urne del 2016, ma sui problemi del 2015. Sarebbe un bel passo avanti.