Milano
Pinocchio/Un sindaco manager per Milano: e gli ultimi?

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C’era una volta Milano, fantastica Milano. Solo a Milano può finire che a sinistra, a destra e al centro ci siano tre manager che si sfidano per diventare sindaci. Solo a Milano può finire che concorrono per il ruolo di primo cittadino, e quando parlo di cittadino intendo una persona comune che sia commerciante, tassista, operaio, impiegato, studente, concorrono per il ruolo di primo cittadino, dicevo, tre persone che hanno un reddito medio di svariate centinaia di migliaia di euro all’anno, per non dire milioni. Del resto, l’abbiamo detto mille volte che il Comune è l’azienda più grande della Lombardia, con 40mila persone che ci lavorano. Ci hanno preso alla lettera e si sono candidati tutti per guidare questa grande azienda. Intendiamoci: può non essere necessariamente una cosa negativa. Potrebbe anche essere una cosa molto positiva, visto che per arrivare a fare il manager di quella rilevanza le qualità bisogna per forza averle. Però ho una preoccupazione: quando mai i manager si sono occupati dei più deboli, delle persone più fragili, degli ultimi. I manager si occupano di far girare i macchinari complessi che sono le organizzazioni al meglio, di fare in modo che tutti gli ingranaggi siano oliati. Ecco, i poveri e i deboli sono dei granelli di sabbia in questi ingranaggi, nella loro visione. Vedremo presto se questi tre manager avranno quella vocazione etica senza la quale la politica si riduce ad amministrare un condominio senza preoccuparsi del fatto che, fuori, in mezzo alla strada, la gente muore.











