Polizia locale, Barbato: "Non mi pento di nulla, hanno vinto i furbetti" - Affaritaliani.it

Milano

Polizia locale, Barbato: "Non mi pento di nulla, hanno vinto i furbetti"

L'ormai ex comandante della Polizia locale di Milano è un fiume in piena: "Sono stato sindacalista, certe frasi vanno contestualizzate"

"Non ho niente del quale pentirmi. Quel pedinamento non è mai avvenuto, nulla di quanto contenuto in quella  conversazione  è poi effettivamente  successo, non sono mai stato indagato": è un fiume pieno di amarezza l'ormai ex numero uno della Polizia locale di Milano Antonio Barbato, il giorno dopo la decisione di fare un passo indietro lasciando l'incarico a seguito della relazione della Commissione trasparenza del Comune di Milano guidata da Gherardo Colombo che ha condannato la sua condotta nei rapporti intrattenuti con l'ex sindacalista Domenico Palmieri, coinvolto nell'inchiesta della Direzione distrettuale antimafia sugli affari al Nord di una serie di società legate al clan catanese dei Laudani. Barbato, che non è mai stato indagato, è stato tuttavia intercettato mentre apparentemente si accordava con Palmieri per far pedinare un altro sindacalista, Mauro Cobelli della Cisl, con cui il comandante era in conflitto, in cambio di informazioni su una gara d'appalto. Intervistato oggi dal quotidiano Il Giorno, Barbato, che sarà riassegnato ad altro incarico, dà la propria versione: "Ho fatto sindacato, conosco i sindacalisti, ho fatti incontri sindacali in serie e  posso  assicurare  che  in  quei contesti  succede  che  si  parli  anche così, che si vada avanti a forza di 'sì, poi vedremo'. Bisogna contestualizzare. E attenersi a ciò che è o non è avvenuto". Barbato ribadisce di non avere mai avuto idea che Palmieri potesse essere un intermediario dei Laudani e ricorda che nel 2016 aveva già denunciato Cobelli per l'uso che faceva dei permessi sindacali: "L'ho denunciato, altro che prendere provvedimenti sottobanco". E proprio in merito alle condotte di Cobelli, Barbato ora commenta: "Hanno vinto i furbetti del cartellino". Nessuna recriminazione nei confronti di Beppe Sala e di Colombo, ma solo il rammarico di non aver potuto parlare direttamente con loro per dare la propria versione dei fatti.








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