Post Expo, dal campus allo stadio. Ecco tutte le idee sul tavolo - Affaritaliani.it

Milano

Post Expo, dal campus allo stadio. Ecco tutte le idee sul tavolo

Cittadella dello sport o del gusto? Nuovo Campus universitario per le materie scientifiche o restituzione all'agricoltura? Oppure il nuovo stadio di Inter o Milan? Entra nel vivo la partita sul post Expo. Secondo i dati raccolti dalla Camera di Commercio di Milano il post Expo per quattro su dieci è tra università e startup. Tra le altre ipotesi preferite la cittadella dello sport e quella del gusto. Le aspettative della Rete per il post Expo sono rivolte soprattutto verso l'istituzione di un Campus universitario per le facoltà scientifiche dell'Università degli Studi di Milano, spostando quindi a Rho la Città Studi attualmente ubicata a Lambrate (27,7%).

Al secondo posto emergono le preoccupazioni di speculazione su quei terreni sottratti all'agricoltura (24%). Si parla anche della creazione di una cittadella dell'innovazione (10,3%), istituendo un regime a fiscalità ridotta per attrarre investitori e imprenditori, ma anche un luogo in cui possano riunirsi e proliferare le start-up innovative. Sembra solida anche l'ipotesi di istituire una area sportiva (9,1%) attraverso la creazione di piscine, campi da tennis e piste d'atletica. Infine, si parla di destinare l'area ad un Salone del Gusto e del Design (8,5%), con lo specifico scopo di proseguire sulla linea del tema portante di Expo 2015, ovvero la corretta alimentazione e la sostenibilità.

Per il dopo Expo "occorre una decisione politica e strategica sulle funzioni" dell'area, in ragione della quale i soggetti interessati possano essere coinvolti nel percorso di elaborazione dei progetti. Il rettore dell'Universita' Statale di Milano, che per lo spazio espositivo di Rho aveva avanzato l'idea di un campus universitario con trasferimento di alcune facolta', Gianluca Vago, ha richiamato l'importanza di un tavolo, considerato "assolutamente necessario", tra i soggetti interessati al progetto: "il tema delle bonifiche - ha detto rispondendo a una domanda a margine di un evento a Expo - e' un tema su cui non siamo entrati. Di fatto noi non siamo mai tati coinvolti. E questo e' uno dei motivi per cui abbiamo chiesto di iniziare un vero studio di fattibilita'. Per quanto riguarda noi e' un tema che non si pone nemmeno: e' poco sensato pensare che si possa contribuire perche' riguarda i proprietari delle aree. E' assolutamente necessario, invece, che ci sia un tavolo con persone interessate a questo progetto e inizi un lavoro tecnico all'interno del quale non puo' mancare il tema della bonifiche.Finche' non si decide qual e' la funzione, la macrodestinazione dell'area e' difficile far partire uno studio di fattibilita'".








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