Regione, il rimpasto impossibile. Fi si deve tenere il mal di pancia
Logica vorrebbe che il rimpasto arrivi, al massimo (e pure questo è tutto da vedere), dopo le Europee. E in quel caso non potrebbe essere favorevole a FI
di Fabio Massa
Tanto rumore per nulla. O quasi. Sulla questione del rimpasto di Forza Italia si è scatenata la caccia all'uomo per capire chi sia "il mandante" dei rumors, pubblicati da Repubblica, che avrebbero visto in uscita tre assessore: Melania Rizzoli, Lara Magoni e Martina Cambiaghi. Tre uscite che tuttavia il governatore Fontana non ha mai avuto neppure in animo di considerare. Anche perché sul fronte dell'operatività, non c'è proprio nulla da osservare. Una cosa però è interessante: che la provenienza del siluro è assai scontata. Sono le prime e le seconde file di Forza Italia che sono intenzionate a chiedere ad Attilio Fontana una riassegnazione delle deleghe prima delle Europee. Fantascienza, secondo i bene informati. Logica vorrebbe che il rimpasto arrivi, al massimo (e pure questo è tutto da vedere), dopo le Europee. E in quel caso non potrebbe essere favorevole a Forza Italia. Allora perché invocarlo? Seconda problematica: quella femminile. Esiste una legge e se il ricorso che era stato presentato andrà avanti, la giunta dovrà rimanere con le attuali percentuali. Quindi? Come pensano i tanti pretendenti consiglieri maschi di ascendere a Palazzo Lombardia? Ad ogni modo, con tutte queste avvertenze, lo schema che sta circolando tra gli azzurri è questo: far saltare la Rizzoli (chi glielo spiega a Berlusconi e a Feltri?), via anche Mattinzoli (chi glielo spiega alla Gelmini?) che torna consigliere semplice. Comazzi al posto di Mattinzoli che prende il posto di Rizzi che diventa consigliere. Capogruppo Palumbo, il posto della Sardone, se sarà eletta europarlamentare, a Paolo Franco in commissione bilancio. Tutto bello. Tutto difficile ai limiti dell'impossibile.
fabio.massa@affaritaliani.it
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