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Milano
Regolarizzare il Leoncavallo, idea referendum. Salvini a Sala: Non è priorità

Regolarizzazione Leoncavallo, il centrodestra: "Referendum tra i residenti"

Un referendum tra i residenti del Municipio 2 in merito alla regolarizzazione del Leoncavallo, tema reintrodotto dal sindaco di Milano Beppe Sala ieri. I rappresentanti di Forza Italia del Municipio 2 si schierano a favore di questa ipotesi - e contro la regolarizzazione suggerita dal primo cittadino. Così Alessandro De Chirico, vicecapogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino: "Se il sindaco Sala vuole regolarizzare un abuso di cui sono vittime sia la famiglia Cabassi, sia i residenti del Municipio 2, è giusto conosca l’opinione di chi ne subisce le conseguenze, per questo mi offro fin d’ora per autentificare le firme che saranno raccolte. È ora che Sala la smetta di assecondare il suo elettorato più a sinistra per fini propagandistici. La legge è uguale per tutti e va fatta rispettare".

E Samuele Piscina, presidente leghista del municipio 2: “Anche questa amministrazione comunale di sinistra purtroppo si sta contraddistinguendo per difendere i delinquenti del Leoncavallo, al pari di quella estremista capitanata da Pisapia”.

“Proprio ieri il Sindaco Sala ha dichiarato la volontà del Comune di regolarizzare ciò che è illegale da troppo tempo e che causa problemi a un intero quartiere. Tutto ciò a 2 giorni dalla commissione consiliare convocata dal Municipio 2 sul tema, senza che la Giunta comunale abbia ancora risposto affermativamente agli inviti, eccetto l’Assessore Scavuzzo che ha negato la sua presenza”.

“Ricordiamo che i ricavi del Leoncavallo ammontano a circa 630.000€ l’anno senza che abbiano mai pagato un affitto e le tasse delle quali sono vessate tutte le normali attività commerciali. Il pensiero del Municipio 2 va ai cittadini di Greco che da troppo tempo subiscono il disturbo della quiete pubblica fino alle 5 del mattino, le scritte sui muri delle proprietà private, gli atti vandalici, lo spaccio e la coltivazione di droga”.

“Un’amministrazione normale dovrebbe difendere gli onesti cittadini per garantirgli i diritti fondamentali al riposo e il rispetto delle leggi. Purtroppo però il Sindaco e gli assessori del Comune di Milano, che tra l’altro sono pubblici ufficiali e dovrebbero per legge denunciare gli atti illeciti, preferiscono girare la testa facendo finta di non vedere, garantendo il protrarsi della situazione d’illegalità sotto l’egidia delle istituzioni cittadine”.

“Il Municipio 2 di Milano – conclude il Presidente leghista – sostiene i diritti dei cittadini e pretende lo sgombero immediato dell’immobile, chiedendo al Prefetto e al Questore di procedere subito con le Forze dell’Ordine perché le leggi non possono valere solo quando fa comodo ai poteri forti. Il Sindaco abbia il coraggio di presentarsi alla commissione di domani per riaffermare quanto dichiarato davanti ai cittadini e udire con le proprie orecchie le loro lamentele”.

Salvini: "Regalo al Leoncavallo non è priorità di Milano"

Ed anche Matteo Salvini si schiera contro Giuseppe Sala. "E bravo il sindaco Pd, fare un regalo al Leoncavallo e' proprio una priorita' per i milanesi?", scrive il segretario leghista, su Facebook. Tornando indietro nel tempo, proprio il piu' famoso centro sociale d'Italia fu oggetto del primo intervento a Palazzo Marino del consigliere comunale Salvini, allora 21enne, nel 1994. La mattina del 10 settembre il centro di Milano fu teatro di scontri con feriti e contusi che seguirono l'ennesimo sgombero, pochi giorni prima, del Leoncavallo. Il sindaco leghista della citta', Marco Formentini, reagi' col pugno duro e annuncio' che il Comune si sarebbe costituito parte civile. Di diverso avviso Salvini. "Gli incidenti sono avvenuti per colpa di pochi violenti, mentre i 15mila giovani che hanno manifestato avevano ragioni giuste e condivisibili, ma sono stati strumentalizzati", sostenne. "Chi non ha mai frequentato un centro sociale? Io si', dai 16 ai 19 anni, mentre frequentavo il liceo, il mio ritrovo era il Leoncavallo". Successivamente poi Salvini prese le distanze da un certo modo di gestire il centro sociale.

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