Milano
Sala-Del Debbio, destini uniti: riottosi ma candidati perfetti. Analisi di Affari

di Fabio Massa
Ai suoi continua a dire che non ha proprio la testa sulla partita del sindaco di Milano. Strana storia, quella di Giuseppe Sala e di Paolo Del Debbio. Così diversi e così uniti dallo stesso destino: candidati “migliori” per singolo schieramento ed entrambi così riottosi ad entrare in campo. Del Debbio ha detto almeno tre no definitivi, ad oggi, seguiti da altrettanti corteggiamenti di Matteo Salvini. Un Matteo Salvini però, secondo quanto può riferire Affaritaliani.it, che non ha un rapporto idilliaco con Silvio Berlusconi. Anzi, in Lombardia c’è chi dice che dopo ogni visita dell’enfant prodige della destra italiana ad Arcore, dalla stessa Arcore parte una telefonata di “informazioni” riservata a Roberto Maroni, con il quale l’ex Cavaliere pare abbia un asse decisamente più solido. E proprio Maroni pare abbia già archiviato Del Debbio, proponendo una via comune alla coalizione per l’individuazione del candidato. Difficile capire quanto potrà andare avanti la Lega Nord in questa divaricazione così esasperata.
Per quanto riguarda il centrosinistra, le primarie ci sono. E’ Giuseppe Sala che non c’è. Secondo quanto può riferire Affaritaliani.it l’iter è segnato: Sala rimarrà ad di Expo fino a dicembre. Poi addio, verso altri lidi. Chiaramente prima dell’inizio di novembre non una parola uscirà né dall’ufficio né dalla bocca dell’amministratore unico. Non bisogna deconcentrarsi, la parte finale è fondamentale, questo il mantra che gira tra migliaia di visitatori di Expo, ottima panacea a qualunque cassandra di sventura, e soprattutto all’inizio in versione diesel delle Esposizioni Universali. Che cosa succederà per il post Expo? Semplicemente, con tutta probabilità si andrà a liquidazione della società Expo Spa, ma a quel punto Sala potrebbe non esserci già più. L’unica cosa certa è che se Sala decidesse di candidarsi a sindaco di Milano, non avrebbe alcuna paura delle Primarie. Del resto, come si dice dalle parti di Rho, una volta che si è recuperato il tempo per un’opera definita impossibile, si potrebbe essere pronti “anche per il Vietnam”, riprendendo un vecchio detto.
@FabioAMassa













