Milano
Sala-Parisi: il primo confronto faccia a faccia dei due candidati
Stefano Parisi e Giuseppe Sala faccia a faccia per la prima volta al Teatro Parenti
Beppe Sala e Stefano Parisi a confronto, per il primo vero faccia a faccia tra i due principali candidati sindaci della città di Milano. L'evento si è svolto al teatro Franco Parenti di Milano ed è stato promosso dal quotidiano Il Foglio. Parisi e Sala hanno risposto alle domande del direttore Claudio Cerasa.
SALA: "CONTINUARE L'OTTIMO LAVORO SU MILANO" - Partiamo dal fondo e dagli appelli al voto conclusivi. Così Sala: "Chiedo il voto di chi crede che bisogna continuare il lavoro svolto dalla Giunta uscente e da me con Expo, che ha cambiato il volto della città. Non siamo tra quelli che pensano che tutti gli altri sbaglino sempre e molti hanno contribuito al bene della città, ma gli ultimi anni sono stati importanti e decisivi per Milano, che sta vivendo un periodo assolutamente positivo. Io ci metto le mie capacità, la mia onestà, la mia dedizione al lavoro. Ciò che dico e scrivo non sono solo parole: con la mia grandissima volontà intendo trasformare tutte le intenzioni in realtà. Non voglio una Milano a due velocità, metteremo mano alle periferie come mai prima. Nel frattempo, mi sto godendo questa campagna e la felicità di essermi candidato, una scelta che mi ha riempito di onore e fierezza".
PARISI: "DA MILANO UNA PIATTAFORMA LIBERALE PER L'ITALIA" - Parisi ha insistito sul concetto di Milano come possibile piattaforma di un modello di governo liberale e moderato anche in chiave nazionale: "I milanesi che hanno il desiderio di cambiare guardino a quello di importante che stiamo costrundo, con un programma liberale e moderato che serve a Milano e a tutta l'Italia. Bisogna liberare le energie positive della città, quelle delle persone, delle aziende, dei patrimoni. Affrontare i grandi nodi della crescita, della sicurezza, della burocrazia, della pressione fiscale, dei vincoli economici nei rapporti con la pubblica amministrazione. Serve un governo aperto e liberale per cambiare passo, un governo che creda nella trasformazione e nel cambiamento per la città che è la locomotiva del Paese. C'è una grande effervescenza per ridare all'Italia una spinta che si è persa".
SALA: "FARE ARRIVARE LA METROPOLITANA FUORI CITTA'" - Quello che si deve chiedere al governo e' premiare chi e' piu' virtuoso e aiutarlo negli investimenti, fondamentali per la nostra citta'. Ne e' convinto Sala, che ha parlato dei suoi obiettivi per il futuro della citta'. In caso di vittoria alle elezioni, spiega Sala, "uno degli obiettivi e' far arrivare la metropolitana fuori dalla citta'" fino a collegare Monza. "Se diventero' sindaco - dice Sala - chiedero' al ministro delle infrastrutture Delrio di aiutarci nell'investimento per portare la linea 5 a Monza". Quanto alle cose da fare, sono tante ma per Sala bisogna smetterla di parlare di Milano, come spesso fanno gli avversari, come di una citta' "in difficolta', soffocata che deve ripartire. Anzi, Milano non e' mai stata in un periodo cosi' brillante come questo". Sala manda un messaggio anche agli avversari politici che fanno del tema sicurezza il loro cavallo di battaglia: "se continuiamo a fare gli imprenditori della paura, ci faremo del male", nel senso che i turisti non sceglieranno piu' di venire a Milano".
PARISI: "NON SINDACO LOBBISTA, SERVE SCHIENA DRITTA" - "Vengono tutti i ministri della Repubblica italiana a farti la campagna elettorale. E poi impareranno che forse serve un po' di rispetto istituzionale". Non le manda a dire Parisi durante il confronto con Sala. E continua l'affondo: "Certo quello che serve e' maggiore autonomia ma non un sindaco lobbista che ha buoni rapporti con i ministri, serve un sindaco che ha la schiena dritta". Poi il confronto e' continuato su altri temi. Come quello delle tasse, che Sala ha evitato spiegando che lunedi' presentera' il suo piano per ridurle. "Le tasse vanno abbassate a parita' di bilancio - ha detto Parisi - . Abbasseremo le tasse e dovremo prima ridurre i costi dell'amministrazione pubblica. Pisapia ha aumentato del 120% le tasse, rispetto all'ultima giunta Moratti. Deve essere fatto un grande progetto per Milano e riprendere la visione del futuro che con la giunta Pisapia si era persa".
L'EMERGENZA PROFUGHI - Così i due candidati hanno parlato di quella che si teme possa essere l'imminente emergenza profughi che la città potrebbe trovarsi a dover gestire. Beppe Sala: "Si tratta di un fenomeno reale e che bisogna saper gestire: la Lega che propone il blocco navale non tiene conto del fatto che sono cambiate le condizioni dall'altro lato del Mediterraneo, come potrebbe spiegare lo stesso Maroni, con cui mi confronto e che è stato ministro dell'Interno. Quella dell'utilizzo del campo base di Expo non era una cattiva idea, ma ci sono state strumentalizzazioni che hanno bloccato tutto. Chiedo ad Alfano? E allora dove? Il problema c'è, la cosa peggiore è fare finta di nulla: servono strutture adeguate". Parisi ha replicato: "Avevo fatto una proposta molto semplice, siccome c'è un'emergenza in arrivo e ci sarà inevitabilmente un vuoto istituzionale per via del cambio di amministrazione, avevo proposto di togliere il tema dalla campagna elettorale per giungere ad un piano condiviso. Ma Sala non è voluto venire a questo tavolo. L'accoglienza senza capacità di gestione genera solamente idiosincrasie e paure, rischiando di fare diventare Milano come le periferie di Bruxelles e Parigi o come l'Austria". "Creare un tavolo su questo tema è una decisione che spetta al prefetto, non ai candidati sindaci", ha controbattuto Sala.
PAVESI E SUMAYA, CANDIDATURE "SCOMODE" - Parisi è stato invitato a commentare la presenza nella lista del Pd di Sumaya Abdel Qader di "Fratelli musulmani": "In certe parole sue e di suo marito c'è molta ambiguità, ad esempio sul non diritto all'esistenza dello Stato di Israele. Su questo tema servono parole inequivocabili. La candidatura nella lista della Lega di Stefano Pavesi di Lealtà e Azione? Non potevo negarla perchè è per un consiglio di municipio, ma nelle mie liste ho fatto in modo che non ci fossero Casa Pound e tutta quella robaccia. Spero ci sia altrettanta chiarezza da parte di Sala". Il candidato del centrosinistra, sulle due controverse candidature ha affermato: "Parisi stigmatizza la prepotenza della Lega nella vicenda Pavesi? Ma le parole non servono, contano i fatti: se dovesse governare continuando a subire le decisioni della Lega, Parisi cosa direbbe ai cittadini? Per quanto riguarda Sumaya, ricordo che è stata alla scuola del cardinale Martini ed ha ricevuto una 'fatwa' da un'associazione islamica radicale".
"MI DIMETTEREI SEI..." - Con un pensiero alle vicende giudiziarie che stanno coinvolgendo sindaci di altre città come Lodi, Parma o Livorno, entrambi i candidati sindaci affermano che non si dimetterebbero automaticamente in caso di arrivo di un semplice avviso di garanzia. Sala: "Ma se si ruba anche solo un euro, a casa subito". Parisi: "Quando ero alla guida di Fastweb e ricevetti un avviso di garanzia - vicenda conclusa con l'assoluzione -, mi dimisi per evitare il commissariamento dell'azienda e quindi un suo danno. Questo il principio che utilizzerei".
UN GIUDIZIO SULL'AVVERSARIO - "La candidatura di Parisi in sé non ha nulla di negativo - ha spiegato Sala -, il vero problema sono le forze che ha alle sue spalle, con una Lega che auspica l'Italia fuori dall'Europa, che sarebbe un disastro totale soprattutto per Milano". Alla medesima domanda, Parisi ha risposto: "Non chiedo un voto contro Sala, ma un voto per Parisi. Ma mi chiedo? Oltre a Salvini, Sala ha altri argomenti? Io sono orgoglioso della mia coalizione, Salvini intercetta un malessere della popolazione che è reale e che deve essere compreso e risolto. Altro è il radicalismo rappresentato da alcune delle persone nelle liste che sostengono Sala".