Milano
Sala-Radicali, l’accordo pare fatto. In salita la strada con Rizzo

Elezioni comunali Milano 2016, in vista del ballottaggio Sala cerca di recuperare parte di quei 19 mila voti della lista “Milano in Comune”
di Paola Bacchiddu
E’ stato un colloquio teso e conclusosi con un certo nervosismo, quello tra Basilio Rizzo e il candidato sindaco di centrosinistra Beppe Sala, nella trattativa per recuperare parte di quei 19 mila voti che si è aggiudicata la lista “Milano in Comune” – fuori dalla coalizione di centrosinistra - al primo turno.
Ieri c’è stata una riunione interna della lista di “Milano in comune” tra Basilio Rizzo e i suoi candidati. Una cinquantina di persone in tutto, per fare il punto su come agire nel voto al ballottaggio.
Lo scarto dei 5mila voti con cui Sala ha superato Parisi al primo turno, infatti, rende preziosa qualunque operazione riesca a drenare preferenze da altre liste. Rizzo, nel colloquio con i suoi, ha annunciato che si riserverà la libertà di esprimere la propria opinione sul voto il prossimo venerdì o sabato. L’incontro con Sala, che si ripeterà in un secondo round, non ha portato a una conclusione definitiva e pare ormai avviata una trattativa che ovviamente ad oggi non vede Rizzo soddisfatto.
L’argomentazione dell’ex commissario Expo, per convincere a spostare i voti sulla sua candidatura, infatti, è stata quella che una lista di sinistra non può consentire che vinca la coalizione di centrodestra: un po’ quello che anche in questi giorni, dopo il primo turno, gira sulle bacheche social dei sostenitori di Sala: lo spauracchio che ritornino i La Russa, Gelmini e Salvini, a infestare la città. Ma a giudizio di Rizzo, è una motivazione troppo debole: ci vuole invece un accordo concreto sui contenuti, da parte di Sala, con la premessa che non è nelle sue possibilità controllare l’intero pacchetto dei voti.
Il presidente del consiglio uscente, inoltre, non avrebbe gradito il diverso approccio di Sala nella trattativa con i Radicali. Lì l’accordo parrebbe già chiuso su un contenuto preciso: il progetto tanto contestato della riapertura dei Navigli ora riaccolto nella precisa forma che aveva proposto Cappato. Tanto che ieri si diceva che l’accordo radicali-Sala sembrerebbe già concluso, addirittura con un apparentamento ufficiale che dovrebbe essere annunciato nei prossimi giorni (a dispetto di quello che i radicali dichiarano pubblicamente: cioè di essere ancora in fase decisionale).
La controfferta di Rizzo a Sala è dunque quella di rivedersi presto, ma stavolta con un contenuto da portare in dote alla lista fuori dalla coalizione, in modo che il voto venga realmente motivato. Nel frattempo, Rizzo ha chiesto ai suoi candidati (e ai pacchetti di preferenze che rappresentano) di riflettere tra loro su come esprimersi al ballottaggio, e di rivedersi tra una settimana (giovedì prossimo) per fare sintesi delle proprie decisioni: una sorta di “liberi tutti”, con l’unica richiesta di non ritrovarsi al tavolo con 48 posizioni diverse tra loro, in modo da non indebolire il monte voti della lista. Il percorso sembra anche un tentativo di gestire l’intera questione non come tanti singoli, ma con un organismo unico, seppur liquido. Il problema è infatti non tanto il voto di Rizzo, che pare pure convinto della necessità di non far vincere la destra (una frase tipica di Rizzo è: al primo turno si vota chi si vuole sindaco, al secondo si vota per evitare che diventi sindaco chi non si vuole), ma della presa che Rizzo ha sui voti della sua lista.
Lista dentro la quale gli umori sono compositi: alcuni sono intenzionati a votare scheda nulla, piuttosto che dare la propria preferenza a un candidato che continuano a sentire profondamente estraneo alla sinistra e ai valori che rappresenta, altri si turerebbero invece il naso, pur di non far prevalere la destra. E qualcuno sottolinea il fatto che qui non vi è nessuna scelta di convenienza: l’apparentamento ufficiale – opzione scartata – consentirebbe infatti di raddoppiare le presenze della lista Milano in Comune, in caso di vittoria del centro-sinistra. I giochi, insomma, sono ancora aperti. E chissà che non si arrivi a una conclusione (come al solito nelle due settimane tra primo turno e ballottaggi è un mercato delle idee, e non solo) sul filo di lana.