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Milano
Salone, i veneti lo vogliono biennale. Terremoto: salta il dg. Rumors Affari

Salone del Mobile in bilico fra malumori interni, guerra e Covid

Terremoto in Federlegno Arredo. Secondo quanto può riferire Affaritaliani.it Milano l'associazione confindustriale che tramite la controllata Federlegno Arredo Eventi organizza il Salone del Mobile ha deciso di cessare la collaborazione con il direttore generale Sebastiano Cerullo. Un vero e proprio terremoto, che si è perfezionato nei giorni scorsi e che certifica un'alta dose di litigiosità all'interno di FLA.

Sebastiano Cerullo, classe 1970, era nell'ambito della federazione confindustriale fin dal 2011. Molto legato alla presidenza precedente di Emanuele Orsini, è stato sostituito dal suo successore, Claudio Feltrin. Il quale continua ad essere il capitano di una nave in tempesta. FLA infatti dal 2018 ad oggi ha perso circa 130 aziende su 2241 totali, passando da 2241 soggetti del 2018 a 2117 del 2020, anche se dalla Federazione precisano che è tuttavia aumentato il numero di addetti, da 62mila a 73mila. Insomma, più peso confindustriale ma meno associati, e questo è sicuramente un problema.

Come è un problema anche il Salone del Mobile. Non nell'immediato, visto che pare che la Fiera abbia quasi (non totalmente) il tutto esaurito, con moltissime adesioni. Il Salone è tuttavia continuamente sotto attacco. Lo scorso anno - come aveva anticipato Affaritaliani.it Milano in un articolo che aveva scatenato un putiferio - le maggiori case avrebbero addirittura voluto annullarlo per il secondo anno di fila, e solo l'impegno di tutte le istituzioni e l'attacco della stampa avevano avuto il merito di portare al Supersalone, scarso dal punto di vista degli espositori ma importantissimo a livello di segnale di ripartenza. La dirigenza di allora, tra cui Sebastiano Cerullo, aveva di fatto "subito" la pressione dalla quale è poi scaturita la decisione di fare il Salone, salvo poi prendersi i meriti.

Secondo nuovi rumors, stante l'inflazione che galoppa, la guerra con la Russia (mercato importantissimo per i mobili) e il Covid che pare domato ma non sconfitto, sta riprendendo piede l'idea - che proviene soprattutto dagli associati del Veneto - di programmare il Salone ogni biennio e non ogni anno. Una proposta che continua nel solco di quanto dichiarato, lo scorso anno, dai disfattisti che avrebbero voluto a tutti i costi annullare il Salone 2021: ormai si vende anche senza la fiera milanese, almeno per i marchi top.

Ma c'è di più. Perché la continua tensione tra lato mobili (leggasi "Salone del Mobile") e lato legno (tutti i manufatti, legno grezzo e affini) sta producendo una divaricazione decisa, che avrebbe bisogno di una "riunificazione" anche di intenti. Tra le varie voci, non confermate, c'è anche l'opinione diffusa che sarebbe utile dividere il campo del design e dei mobili da quello del legname. Un'ipotesi clamorosa, che potrebbe portare a una spaccatura senza precedenti. Insomma, tanta conflittualità. Chissà se Claudio Feltrin, dopo aver vinto un round lo scorso anno con il Salone, riuscirà a vincere anche il secondo, che si annuncia anche più duro.

fabio.massa@affaritaliani.it
 

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