Milano
San Siro, Gorini (Verdi): "Nessun compromesso. Il voto in aula? Potrebbero esserci sorprese"
Il consigliere comunale di Europa Verde Tommaso Gorini: "La nostra posizione contraria sulla vendita di San Siro non cambia. E non siamo gli unici ad esserci esposti. Tempi strettissimi e troppe concessioni ai privati". L'intervista

San Siro, Gorini (Verdi): "Nessun compromesso. Il voto in aula? Potrebbero esserci sorprese"
"La nostra posizione contraria sulla vendita di San Siro non cambia. Non cercheremmo nessun compromesso" afferma il consigliere comunale di Europa Verde Tommaso Gorini dopo la riunione di ieri tra il sindaco Sala e i capigruppo. La questione approderà ora a Palazzo Marino. "Non siamo gli unici in maggioranza che si sono esposti contro questa operazione, quindi potrebbero esserci sorprese" spiega Gorini, che in questa situazione intravede una lezione importante anche in vista delle prossime comunali: "Fin qui sono state fatte troppe concessioni al privato. Se vogliamo che il centrosinistra continui a vincere dobbiamo ridare forza al pubblico, senza accettare tutte le condizioni". L'intervista.
Gorini, come è andato l'incontro con Sala?
Siamo stati aggiornati sullo stato dell'arte della trattativa con i club e sui prossimi passi da fare tenendo conto che ci si muove nell'alveo della legge Stadi che limita fortemente il margine di azione visto che è costruita intorno all'idea di rendere possibile la capitalizzazione delle squadre e favorisce molto l'interesse privato. Il Comune ci ha raccontato come sta cercando di tenere fermi i paletti degli ordini del giorno votati nel tempo dal Pd e da parte della maggioranza. Non da noi, però, che siamo stati sempre contrari alla vendita o a operazioni diverse dalle ristrutturazioni.
Cercherete di portarli sulle vostre posizioni?
Noi andremo avanti sulla posizione che abbiamo sempre tenuto, ossia che San Siro deve essere difeso e che non bisogna lasciare spazio alla speculazione immobiliare. Non riteniamo di dover cercare nessuno compromesso né tanto meno degli adattamenti in questo momento. Chiaramente proveremo a perorare la nostra causa, così come sicuramente altri cercheranno di consolidare la maggioranza. Un voto finale contrario alla vendita sarebbe un segnale chiaramente pesante, ma sappiamo che il sindaco sta mettendo molto del proprio peso personale su questa operazione…
Ieri non sono mancate tensioni durante l'incontro con Sala.
Il punto è che questa è una questione che si trascina da tanti anni. Il sindaco la vede come un lascito importante del suo mandato e vuole risolvere. Questa tensione è dovuta al fatto che vede vicino il traguardo. Come Consiglio comunale noi avremmo voluto più apertura e più coinvolgimento nel raccontare - a noi e alla città - come è stata portata avanti la trattativa mentre siamo venuti a conoscenza delle cose sempre a sprazzi e sui giornali.
L'obiettivo è portare la delibera in Aula entro fine luglio. Che ne pensa?
Ci troviamo a dover votare una delibera nel giro di dieci giorni dovendo digerire e comprendere i termini di una trattativa e di un contratto che è forse il più importante che ci troveremo a discutere. Diciamo che oltre a un maggior coinvolgimento, si poteva avere anche più rispetto istituzionale e garbo, instaurando una vera collaborazione. Questo dei tempi è un altro grande scoglio, considerando che abbiamo aperto l'assestamento di bilancio con 110 mila emendamenti...Non sarà facile arrivare ad un parere prima della pausa estiva, i tempi sono incredibilmente stretti.
La trattativa con i club, secondo voi, resta troppo sbilanciata a favore delle squadre?
Il Comune, va riconosciuto, sta cercando di fare il possibile, anche considerando quello che consente la legge Stadi. Sicuramente è ancora sbilanciata, ma c'è l'impegno quantomeno nel far rispettare determinati paletti. Noi restiamo contrari alla vendita ma dobbiamo anche accettare che, sui singoli temi, specie quelli caldi come questi, ci possa essere chi la pensa in un modo e chi in un altro.
Questa situazione finirà per pesare di nuovo sulle elezioni comunali?
Il tema avrà sicuramente un impatto. Noi ne approfittiamo per rivendicare ciò che riteniamo fondamentale: il modo di approcciarsi con i privati deve cambiare. Sugli studentati, sul Salva Milano e su tante altre situazioni, abbiamo visto troppe concessioni nelle trattative. Il pubblico deve tornare protagonista e deve tornare ad avere peso e forza contrattuale per non accettare tutte le condizioni del privato. E io credo che questo serva anche politicamente per il centrosinistra. Perché il rapporto con il privato sarà un argomento fondamentale della prossima campagna elettorale.