Milano
San Siro venduto, indagine aperta: il solito automatismo della giustizia mediatica
L'apertura di una indagine da parte della Procura non equivale a una condanna e dovrebbe essere caratterizzata dal massimo riserbo. E invece, anche questa volta... Il commento

San Siro
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San Siro venduto, indagine aperta: il solito automatismo della giustizia mediatica
Pronti, partenza... via! Venduto lo stadio, si apre l'inchiesta. Praticamente un automatismo. Come su altre mille questioni, il problema non è squisitamente giudiziario o giuridico, ma mediatico. Il cittadino legge che sulla vendita di San Siro sta indagando la Procura. E quando indaga la Procura, ovviamente, acquisisce informazioni, documenti, se del caso fa copie di telefoni eccetera eccetera. E poi tutto questo viene trascritto in atti d'indagine - sia le cose necessarie che, purtroppo spesso, anche quello che non è necessario - e gli atti d'indagine finiscono sui giornali per le vie che ormai sono ampiamente note: avvocati, pm, cancellieri e forze dell'ordine. Dunque, titoli sui giornali: sulla vendita dello Stadio indaga la Procura. Sottotitolo mentale di chi legge: chissà che porcherie avranno combinato, chissà quante mazzette...
Il segreto istruttorio continuamente violato e una riforma che non risolve il problema
In effetti la realtà è diversa. In Italia c'è l'obbligatorietà dell'azione penale, ovvero se uno presenta un esposto questo deve essere preso in considerazione dalla Procura, che dunque deve aprire una indagine con una ipotesi di reato. In questo caso, l'ipotesi di reato è turbativa d'asta.
L'esposto è stato presentato da una persona che ha un nome e un cognome, e le sue ragioni. E su queste ragioni è giusto che la Procura indaghi. Bene: in un Paese civile questa primissima fase nella quale uno non sa neppure se c'è una ombra di reato, assai meno di un indizio, sarebbe tenuta nel più stretto riserbo. Perché per qualcosa che allo stato non è verificata non si può andare a turbare nessun iter, che sia pubblico o - come nel caso attuale - che sia privato, visto che la proprietà è ormai passata di mano. Ma niente, in Italia tutto questo è impossibile, anche se le norme dicono chiaramente che le indagini dovrebbero essere coperte da segreto istruttorio. La riforma della giustizia risolve tutto questo? Purtroppo no, purtroppo, e questo è un gran male.
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