Scala 2025-26: una stagione di transizione. E Daniele Gatti sbatte la porta - Affaritaliani.it

Milano

Scala 2025-26: una stagione di transizione. E Daniele Gatti sbatte la porta

Presentato il programma del prossimo anno. L'inaugurazione del 7 dicembre affidata a “Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk” di Shostakovic. Non proprio per tutti

Di Francesco Bogliari

Scala 2025-26: una stagione di transizione. E Daniele Gatti sbatte la porta

Come vogliamo definirla la stagione 2025-26 presentata stamattina al Piermarini dal gruppo dirigente del Teatro alla Scala? Ci viene in mente una sola definizione: di transizione. Preparata quasi per intero dal precedente sovrintendente Dominique Meyer, in un periodo “politicamente” burrascoso in cui la musica veniva orchestrata nientepopodimenoche dal (fu) ministro Gennaro Sangiuliano - responsabile dell'insensato domino di sovrintendenti che alla fine del giro ha portato alla Scala il pur competente Fortunato Ortombina – appare priva di slanci se si eccettua l'inaugurazione del 7 dicembre affidata alla rara (in Italia) “Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk” di Shostakovic: opera ardua, apprezzata dal pubblico più esigente ma poco palatabile al gusto del melomane medio che rimane pur sempre garazia del riempimento della sala (Bruno Vespa avrà il suo bel da fare per cercare di presentarla al pubblico di Rai 1).

Poche altre novità: “Carmen” nel nuovo allestimento di Damiano Michieletto in coproduzione con il Covent Garden e il Teatro Real di Madrid; il “Faust” di Gounod con il debutto del regista Johannes Erat; nuova produzione di “Nabucodonosor” diretta da Riccardo Chailly con la regia di Alessandro Talevi. Un debutto particolarmente atteso è quello di Romeo Castellucci, uno dei registi “d'avanguardia” più noti a livello internazionale, con “Pelléas et Mélisande” di Debussy. Poi molte riprese: tutte le quattro giornate del “Ring des Nibelungen” diretto da Alexander Soddy e Simone Young, “Turandot”, “Elisir d'amore”, “Lucia di Lammermoor”, “Traviata”.

Daniele Gatti in esilio dopo lo smacco della mancata nomina a direttore musicale

E Daniele Gatti? Scomparso dai radar. Si ventilava per lui la direzione del “Pelléas” che invece è stata affidata a Maxime Pascal. Dopo la bruciante delusione per la mancata nomina a direttore musicale del teatro (al suo posto, al termine del contratto di Chailly nel 2026, ci sarà il celebre direttore coreano Myung-Whun Chung, anche questa - pur nell'indiscutibile qualità - una scelta di transizione), che molti davano per scontata, il direttore milanese ha rotto i ponti con il teatro e con l'orchestra della sua città. Probabilmente l'esilio sarà lungo; ma in ogni modo a Gatti non mancherà certo il lavoro, tra Dresda dove è direttore stabile e altre prestigiose piazze europee (Bayreuth, Firenze, Berlino, Bucarest, Parigi, solo per citare alcune delle città dove si esibirà da qui a fine anno).
 








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