Scala, Pisapia verso il rinvio. Meomartini, ritiro per nuova carica? - Affaritaliani.it

Milano

Scala, Pisapia verso il rinvio. Meomartini, ritiro per nuova carica?

di Fabio Massa

Certo, ufficialmente nessuno parla. Perché la Scala è davvero il salotto buono di Milano e - quindi - del potere che conta in Italia. Ed è un salotto dove le “carte” le deve dare Matteo Renzi. Almeno, questa è l’impostazione che il premier avrebbe voluto nell’ultima tornata di nomine per il tempio della musica classica. Il presidente, come è noto, è di diritto il sindaco di Milano. E il vicepresidente viene nominato dal consiglio di amministrazione ma su proposta del Presidente.

L’ultima volta andò male, per Renzi, che avrebbe voluto Francesco Micheli, il finanziere melomane inventore del festival MiTo. Carluccio Sangalli riuscì nell’intento di confermare il potente Bruno Ermolli. Il quale, adesso, se ne è andato riaprendo quindi tutti i giochi. Va sostituito il vicepresidente, giacché Alberto Meomartini, cooptato nel cda proprio dalla Camera di Commercio, ne ha preso il posto in consiglio. Per questo, si scriveva che uno dei pretendenti per la vicepresidenza è proprio l’ex presidente di Snam rete Gas. Difficile, dicono i rumors di Affaritaliani.it. Più facile che la posizione sia retta ad uso e consumo di un’altra nomina - dicono in una importante posizione - alla quale Meomartini aspirerebbe.

I due contendenti “veri” sono quindi loro: da una parte Francesco Micheli, dall’altra Aldo Poli, presidente della Fondazione Banca del Monte di Lombardia. In mezzo, un mare di guai. Il tempo per definire la questione si sta esaurendo: il 21 marzo dovrebbe essere convocato il cda della Scala e tre sono le opzioni. La prima porta alla nomina di Micheli, per il quale però Pisapia non si era speso già la volta scorsa. Sarebbe una vittoria di Renzi, e probabilmente la soluzione più scontata. La seconda opzione porta alla nomina di un nome terzo rispetto a quelli fatti finora. Ma sarebbe vissuto da Roma come un affronto: il secondo dopo quello rifilato da Sangalli, che infatti poi con la Camera di Commercio ha dovuto affrontare l’ira del premier fiorentino. Un affronto che avrebbe conseguenze anche politiche su Milano. 
La terza opzione, che poi è la più probabile, sarebbe quella auspicata dal centrodestra: la nuova nomina la farà il nuovo sindaco. Fino ad allora, nessun vicepresidente. Secondo fonti di Affaritaliani.it è la via che Pisapia potrebbe (e vorrebbe) percorrere.

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