Milano
Sesto San Giovanni, Caponi decisivo. Di Battista inizia il tour lombardo
A Sesto San Giovanni la paura fa novanta. Anzi, 46. Che poi è la percentuale alla quale potrebbe attestarsi il sindaco uscente Monica Chittò
di Fabio Massa
A Sesto San Giovanni la paura fa novanta. Anzi, 46. Che poi è la percentuale alla quale potrebbe attestarsi il sindaco uscente Monica Chittò, Pd, nella Stalingrado d'Italia. Un buon risultato? Mica troppo, a guardare la situazione che si sta creando nell'ex regno di Filippo Penati, già sindaco, consigliere regionale, braccio destro di Bersani e - nella sua ultima reincarnazione - dapprima animatore di una lista civica sestese che avrebbe voluto le primarie del centrosinistra e poi uomo della mozione Emiliano in Lombardia insieme a Carmine Pacente. Primo dato: la formazione che da lui ha avuto emanazione, e che poi ha abbandonato, candida Paolo Vino, che secondo una rilevazione riservata potrebbe attestarsi all'1,8 per cento.
Che cosa sta avvenendo a Sesto San Giovanni? Niente di buono per la sinistra, pare. E torna la grande paura anche a livello di Pd metropolitano. Perdere la Stalingrado d'Italia potrebbe essere un incubo. Per il quale, però, ci sono tutte le premesse. Secondo rumors raccolti da Affaritaliani.it a sparigliare le carte sarebbe la performance imprevista di Gianpaolo Caponi, il candidato moderato che pare stia attuando una politica di consenso giocata di grande coinvolgimento dell'associazionismo e delle parrocchie. Secondo le indiscrezioni, pare che Caponi sia dato da alcune rilevazioni riservate in una forchetta a cavallo del 20 per cento. Una percentuale davvero molto alta, che preoccupa i democratici. Tuttavia secondo altri dati, Caponi sarebbe sensibilmente più in basso, sotto il 10 per cento e precisamente al 7%. In entrambi i casi il risultato non cambia, poiché nel primo scenario Roberto Di Stefano "gira" tra il 23 e il 25 per cento. Nel secondo scenario, che oggi ha a supporto alcuni dati di sondaggisti, Di Stefano è invece oltre il 30 per cento. In ogni caso, la somma di Caponi e Di Stefano, entrambi di marca centrodestra (il primo civico, il secondo portabandiera unitario di Fi, Lega e FdI) arriverebbe tranquillamente oltre il 40 per cento. Il Movimento 5 Stelle dovrebbe attestarsi sul 10 per cento, in crescita. Secondo quanto può riferire Affaritaliani.it sabato arriverà ad inaugurare una nuova sede Alessandro Di Battista, uno dei big che vogliono trainare le amministrative nei comuni chiave del Nord. Sabato Di Battista dovrebbe visitare, in batteria, Como, Cesano Maderno, Sesto San Giovanni. Domenica invece girerà a Crema, Lodi e Buccinasco. E' singolare che in questo tour lombardo non ci sia Monza, dove il Movimento 5 Stelle ha vissuto anni travagliati e di profonde divisioni, e che vede il confronto serratissimo tra Scanagatti, Allevi e Maffé.
Tornando a Sesto San Giovanni, pare a tutti chiaro oggi che i contendenti al ballottaggio dovrebbero essere Roberto Di Stefano e Monica Chittò, anche se Gianpaolo Caponi spera di "sfilare" il posto al candidato di Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d'Italia. Impresa difficile, ma nella quale crede molto. Di Stefano avrebbe individuato, secondo rumors, il proprio problema principale nella conoscibilità sul territorio. Ovvero, laddove Monica Chittò prevale è perché non viene identificata l'alternativa. Quindi, ha iniziato un'operazione a tappeto nei quartieri, anche usando forti mezzi mediatici. Monica Chittò, dal canto suo, ha invitato Di Stefano a un confronto pubblico, facendo così infuriare Gianpaolo Caponi, escluso. Perché? Segnale di timore? O al contrario di sicurezza? Oppure, come vociferano persone vicine al candidato forzista, tentativo di calmare la bagarre successiva alla vicenda dell'aggressione (vera o presunta) ai danni della moglie di Di Stefano, la consigliera comunale di Milano Silvia Sardone? Ad aggredire la Sardone sarebbe stato un consigliere del Pd, Vito Romaniello, il quale però denuncia proprio l'opposto, e avrebbe già sporto querela per diffamazione. In ogni caso, il clima è rovente. Tra baruffe, liti, confronti a due invece che a tre, gli unici dati politici certi, che da Milano tutte le segreterie di partito stanno valutando con estrema attenzione, sarebbero due. Il primo è che Monica Chittò non vincerà al primo turno. Il secondo è che per il secondo turno saranno fondamentali i voti di Gianpaolo Caponi. A chi li darà?
fabio.massa@affaritaliani.it