Sharon Verzeni, il pm chiede l'ergastolo: “Mancano le parole, vita spezzata per un capriccio”. E zittisce Sangare in aula - Affaritaliani.it

Milano

Ultimo aggiornamento: 17:33

Sharon Verzeni, il pm chiede l'ergastolo: “Mancano le parole, vita spezzata per un capriccio”. E zittisce Sangare in aula

Processo a carico di Moussa Sangare alle battute finali a Bergamo. L'accusato tenta intervenire, il magistrato Emanuele Marchisio lo zittisce: “Ora parlo io”

Di Giorgio d'Enrico

Sharon Verzeni, il pm: chiede l'ergastolo “Mancano le parole, vita spezzata per un capriccio”. E zittisce Sangare in aula

Si avvia verso la conclusione il processo davanti alla Corte d’assise di Bergamo per l’omicidio di Sharon Verzeni, la 33enne uccisa a coltellate la notte tra il 29 e il 30 luglio 2024 a Terno d’Isola mentre faceva jogging. Per il delitto è imputato Moussa Sangare, 30 anni, che inizialmente aveva confessato l’omicidio parlando di un gesto “senza motivo”, per poi ritrattare. L’uomo, sottoposto a perizia psichiatrica, è stato giudicato capace di intendere e di volere.

Nell’udienza odierna è intervenuta l’accusa, segnando uno dei momenti più intensi del dibattimento. Il pubblico ministero Emanuele Marchisio, nella sua requisitoria, ha pronunciato parole durissime, sottolineando come nel processo “non mancano le prove, ma le parole” per raccontare “un delitto assurdo: una vita spezzata per un capriccio”. Un passaggio che ha inchiodato l’aula al silenzio e che ha riportato al centro la totale insensatezza dell’aggressione: Sharon Verzeni fu uccisa da un uomo che non conosceva, senza alcun movente, nel corso di una normale uscita serale.

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Durante l’intervento dell’accusa, Sangare ha tentato di prendere la parola, ma è stato immediatamente fermato dal pm con un richiamo secco: “Stia zitto, ora parlo io”. Un episodio che ha contribuito a rendere ancora più tesa una requisitoria già carica di significato umano e giudiziario.

Delitto Verzeni, il pm ha chiesto l'ergastolo per Sangare

Conseguentemente Marchisio, al termine della requisitoria,  ha chiesto l'ergastolo, ravvisando la sussistenza delle aggravanti della minorata difesa, della premeditazione e l'aggravante "gigantesca" dei futili motivi. Marchisio ha sollecitato la Corte a non concedere le attenuanti generiche spiegando tra l'altro che l'uomo "non ha mai avuto un momento di rincrescimento". Il pm ha anche sottolineato la "vigliaccheria" dell'imputato che, oltre a uccidere la trentateenne di Terno d'Isola, è stato condannato per maltrattamenti ai danni della madre e della sorella: "Sempre donne", ha affermato. 

Il legale della famiglia Verzeni: "Una disumana ricerca di una preda"

"Oggi la requisitoria del pm ha ricostruito che la sera del 29 luglio 2024 Moussa Sangare si e' messo a 'caccia', ossia alla disumana ricerca di una preda, vulnerabile poiche' impossibilitata a difendersi Quella 'preda' e' ancora una volta una donna innocente, Sharon Verzeni. Ha detto bene il pm: la pena dell'ergastolo e' l'unica pena giusta". E' la dichiarazione dell'avvocato Luigi Scudieri, legale dei familiari di Sharon Verzeni e di Sergio Ruocco, al quale la giovane donna era legata.

 Il calendario del processo prevede le repliche per il 12 gennaio, data dopo la quale la Corte si ritirerà in camera di consiglio per la sentenza

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