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Supersalone, Maria Porro ad Affaritaliani.it: "Svolta per le altre edizioni"
Maria Porro

Supersalone, Maria Porro ad Affaritaliani.it: "Svolta per le altre edizioni"

di Fabio Massa

Profumo di lavanda e di rosmarino. Cinquanta tra giornalisti e organi dirigenti di Federlegno, Federlegno Arredo, Salone del Mobile, che presentano e parlano dell'edizione "Supersalone". Una edizione unica, del Salone. "Qualcosa che ci farà riflettere, e che lascerà qualcosa", spiega Maria Porro, la giovane e illuminata presidente del Salone del Mobile in una intervista ad Affaritaliani.it Milano.

Tutto bello, sembra. Perché è così: sarà una grande edizione pur essendo meno grande delle altre. "Badiamo alla qualità, non alla quantità", chiosa Porro.

Eppure - e facciamo un salto indietro - era partita in un altro modo. Il 21 aprile, nel pomeriggio, Affaritaliani.it Milano lanciava la bomba: "Salone del Mobile 2021 non si fa. Disfattisti mettono a rischio la ripartenza". Dentro si spiegava come fosse a rischio il Salone, a causa di alcune aziende che erano inclini a un annullamento. Da quell'articolo, con la ripresa il giorno dopo del Corriere, venne fuori un movimento che portò a un rinnovamento dei vertici (tranne Claudio Feltrin), con l'arrivo di Maria Porro e di Stefano Boeri come curatore del "Supersalone".

"Io penso che il Supersalone sia un segnale di ripartenza. Un segnale della centralità di un settore, quello del design e dell'arredamento, che è un settore virtuoso, perché ha mantenuto in Italia non solo la parte creativa ma anche la parte produttiva. E' un settore che investe tantissimo in produzione, innovazione e ricerca. Il Salone con il suo taglio di altissima qualità, la sua dimensione internazionale, è come se fosse un emblema del meglio che il nostro Paese riesce a produrre".

Un segnale, quindi.
"Sì, un segnale di speranza e di bellezza. Noi abbiamo questo anelito alla bellezza. Ed è anche la volontà di un settore di dire la propria in un momento così di trasformazione".

Qualcuno dice che sarà un Salone piccolo. Ma assai bello.
"Io non penso che sia l'anno in cui giudicare con il metro della grandezza o della quantità. Il metro è quello della qualità, ed è dalla qualità che bisogna ripartire. Parliamo di qualità dei prodotti che vedremo esposti, qualità della scelta espositiva, qualità della user experience e di tutti gli interventi e talk. Qualità anche del tempo che dedicheremo allo stare insieme e confrontarci e stare insieme".

Alla fine ci sono tutte le aziende più importanti...
"Ci sono tante aziende. La risposta è stata buona. Ci sono aziende di tutte le tipologie, ci sono i grandi gruppi e piccole eccellenze, e c'è anche una bella rappresentanza di tutto il territorio nazionale".

Le istituzioni ci sono state, dopo la mobilitazione iniziale?
"La presenza di Mattarella è un segnale importante. Dopodiché le nostre aziende hanno sempre camminato con le proprie gambe e quindi c'è la volontà da parte del Salone del mobile e da parte di tutto il cda di fare questo evento e di farlo bene".

Stefano Boeri è stato un assett importante.
"Sì. Ha fatto un lavoro straordinario. Abbiamo avuto due mesi di tempo e tutto il team di curatori, lo staff del Salone, lo staff di Federlegnoarredo ha lavorato instancabilmente sabati e domeniche per portare a casa il risultato. Le aziende hanno dovuto confrontarsi con un nuovo format, e dunque hanno dovuto anche cambiare il modo in cui si presentano. Tutti, a partire dal Salone del Mobile, hanno fatto un lavoro straordinario".

All'inizio, quando si temeva che non si sarebbe fatto, si pensava che alcune aziende non sentissero più il bisogno tout court di fare il Salone, perché comunque i bilanci erano a posto anche senza spendere soldi ed energie per l'evento più importante dell'anno a Milano.
"Io penso che possa essere una scelta tattica nel breve periodo ma da un punto di vista strategico. Ma la forza del design made in Italy è il Salone del Mobile, perché è una sfida collettiva, dove il settore si presenta insieme. Siamo tutti competitor, ma giocare insieme la stessa partita sullo stesso campo è quello che fa la forza del settore. Non fare il Salone del Mobile sarebbe stato un gravissimo errore".

E ad aprile che edizione sarà?
"Sarà una edizione diversa, torneremo a coinvolgere i buyer internazionali, e le aziende potranno fare il total look. Sicuramente però questo Supersalone ci darà anche degli spunti per il futuro. Ad esempio la scelta di avere questa attenzione alla sostenibilità è un punto di svolta da cui non tornare indietro. Lo spazio per i talk rimarrà. Si tornerà a un Salone come lo abbiamo sempre conosciuto, ma anche con un Salone che si è guardato allo specchio in questo anno e mezzo".

fabio.massa@affaritaliani.it

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