Milano
Trenord contro il gap di genere, Santini: "Codice etico e attenzione alle nuove generazioni"
La presidente di Trenord Federica Santini è anche vicepresidente di Pari: "Serve una alleanza fra generi. Il nostro programma di reinserimento in azienda di donne vittime di violenza". L'intervista

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Trenord contro il gap di genere, Santini: "Codice etico e attenzione alle nuove generazioni"
Quello dei trasporti è ancora un mondo prevalentemente maschile. Ma qualcosa si muove, come dimostra anche il caso di Trenord, la seconda azienda di mobilità più grande d'Italia. Il gap ancora c'è, come spiega la presidente Federica Santini, ma gli sforzi dell'azienda stanno iniziando a dare i loro frutti. Oggi la percentuale di donne in Trenord è del 22%, in crescita e linea con la media del settore: "La presenza femminile è ancora minoritaria, soprattutto per figure professionali tradizionalmente viste come maschili" osserva Santini, che è anche vicepresidente di Pari, un'associazione di aziende, di cui Trenord è tra i promotori, unite contro la violenza di genere per innescare un cambiamento culturale che parta dai luoghi di lavoro.
"L'alleanza fra generi è fondamentale - osserva Santini -. così come è importante lavorare sulle nuove generazioni, partendo dai figli dei nostri dipendenti". Come Trenord "stiamo anche pensando a un programma di reinserimento in azienda di donne vittime di violenza", aggiunge Santini che ricorda che l'azienda ha recentemente approvato un nuovo codice etico che è all'avanguardia anche su queste tematiche. L'INTERVISTA DI AFFARITALIANI.IT
Santini, cosa fa l'associazione Pari?
Nata meno di un anno fa, l'associazione è cresciuta molto. È l'unica a livello europeo a radunare delle aziende per lavorare su questi temi, ed è arrivata a includere oltre 50 soci. L'idea è quella di aiutare a contrastare la violenza di genere partendo da un cambiamento culturale, andando ad affrontare queste tematiche in primis con le persone che abbiamo in azienda. Anche perché, in totale, Pari rappresenta una comunità di quasi mezzo milione di dipendenti. Abbiamo dato vita a Pari perché crediamo che le aziende abbiano una responsabilità sociale, debbano farsi promotrici di cultura e cambiamento nelle proprie comunità e su quelle che incrociano nella rete di relazioni.
Su quali direttrici vi state concentrando?
Come Pari, ci stiamo focalizzando su due ambiti. Intanto è fondamentale un'alleanza tra generi. Gli uomini devono essere parte della lotta contro la violenza sulle donne, il cambiamento deve inevitabilmente partire da loro. E poi dobbiamo lavorare sulla formazione degli adolescenti, partendo dai figli dei dipendenti. Un altro tema dirimente è quello legato alla violenza economica, figlia spesso della povertà lavorativa, di lavoro assente e non adeguatamente retribuito.
Che riscontri state avendo e cosa si potrebbe fare di più?
In Trenord la risposta dei dipendenti è sicuramente positiva, lo vediamo anche dalla partecipazione ai webinar che organizziamo. Purtroppo, riscontriamo ancora un maggior interesse tra le donne. Ci piacerebbe che fosse più trasversale. Una delle riflessioni che stiamo facendo, è che forse questo tipo di formazione rivolta a tematiche più etiche dovrebbe essere obbligatoria.
Cosa prevede il nuovo codice etico dell'azienda?
La revisione del nostro codice etico rafforza l’impegno di contrasto alla violenza – di genere, verbale, comunicativa, fisica – e mette al centro la tutela della dignità della persona. Nel codice trovano spazio i temi di cybersecurity e dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale, linee guida evolute per le responsabilità dei manager nella gestione e nella formazione delle persone a loro affidate e per l’uso degli strumenti di comunicazione come social e nuovi media. Il testo ribadisce anche il nostro impegno costante per la sicurezza del servizio, aspetto imprescindibile per un’azienda di trasporto.
Avete anche introdotto in Trenord la figura della consigliera di fiducia.
Ci siamo rivolti a una professionista esterna che ricopre questo ruolo anche per altre grandi aziende e stiamo già riscontrando dei segnali positivi. I nostri dipendenti possono rivolgersi alla consigliera in forma assolutamente anonima per fare delle segnalazioni se si sentono vittima di molestie, discriminazioni, mobbing o micro aggressioni, con la garanzia di tutela e riservatezza. Questo passaggio ci aiuta a capire prima se siamo in presenza di situazioni critiche di mobbing, di discriminazioni o di violenza e a offrire alle persone uno spazio sicuro di ascolto e sostegno.
In un settore prevalentemente maschile, sta aumentando la presenza delle donne? E i giovani?
Abbiamo avuto un ricambio generazionale importante nel nostro personale di bordo. Gli under 30 in azienda sono il 12% del totale dei dipendenti. e anche la presenza femminile è in crescita. Ma il gap ancora c'è, soprattutto nelle officine o fra i macchinisti. Come azienda, siamo impegnati a ridurlo.
Quali sono le sfide legate all'intelligenza artificiale per un'azienda di trasporti?
L'utilizzo potenzialmente è trasversale, dalla relazione col cliente al post vendita fino all'interruzione del servizio durante il viaggio. Ci piace pensare all'AI come una leva di efficienza di alcuni processi come quelli manutentivi della logistica industriale. Altre sperimentazioni interessanti riguardano l'uso per semplificare la vita dei nostri passeggeri, soprattutto quelli a ridotta mobilità.
La prossima sfida?
Sicuramente, nel breve periodo, le Olimpiadi invernali. Una straordinaria opportunità per valorizzare e rafforzare l’immagine del territorio e del nostro servizio, non soltanto durante le settimane dei giochi, ma come rilancio ed eredità per gli anni a venire. Gli eventi olimpici rappresentano una sfida logistica significativa e possono diventare un vero volano per il mondo produttivo e per il terzo settore.
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