Trenord, il mistero delle carrozze mancanti (e del buco di 10 milioni di euro). Il report riservato e la rettifica di Trenord - Affaritaliani.it

Milano

Trenord, il mistero delle carrozze mancanti (e del buco di 10 milioni di euro). Il report riservato e la rettifica di Trenord

di Fabio Massa

Sono dati drammatici, quelli di Trenord. Drammatici non solo per i pendolari, che - soprattutto in estate - continuano a patire non poco per i frequenti guasti all’aria condizionata. Ma soprattutto per un management, quello guidato dall’ad Cinzia Farisè, che era partita con i favori di tutti, con dati sulla puntualità in grande crescita, e che invece adesso potrebbe trovarsi a fare i conti con un buco di bilancio davvero complicato da gestire. Secondo un report ufficiale riservato del quale Affaritaliani.it è in possesso (e sul quale ci saranno approfondimenti su tematiche differenti, non ultima quella della puntualità), se la tendenza non vedrà rapidamente un’inversione, potrebbe finire davvero male per i conti aziendali e - quindi - a cascata per gli utenti. Ma veniamo ai numeri peggiori (già la colonna dei ritardi non è un bel leggere). Il titolo della tabella è interessante: Media mese Trenord Esercizio 2015. A gennaio Trenord ha effettuato 377770 treni, a febbraio 38670, a marzo 39300 per poi impennarsi ad aprile (52620) e a maggio, con l’avvio di Expo (56010). Fin qui, tutto bene. I treni soppressi passano dai 990 di gennaio ai 2490 di maggio. E già qui, per i pendolari, c’è meno da gioire. Poi ci sono i treni parzialmente soppressi (quelli che interrompono prima di arrivare alla stazione finale, per intenderci). Anche qui, si triplica (quasi) da 1230 a 3360.

Ma è sulle vetture decurtate che sta il vero problema. In pratica, non tutti i treni partono “completi”. In alcuni casi delle carrozze non vengono inserite, e, dunque, si “perdono” posti che viceversa sarebbero disponibili per la vendita. A gennaio le carrozze decurtate sono 6014, a febbraio 4339, a marzo 5679, ad aprile 7186, a giugno 7760. I posti persi vanno dai 130mila di febbraio ai 232mila di maggio. Ogni posto, per l’azienda, vale 16 euro, al quale generalmente si sottrae il 30 per cento con un procedimento di “riparametramento”. In soldoni: l’azienda a gennaio ha perso 2 milioni  e 20mila euro, a febbraio un milione e mezzo, a marzo quasi due milioni, ad aprile quasi due milioni e mezzo, a maggio 2 milioni 600mila euro. Totale: 10 milioni 408mila euro. Una semplice proiezione ci porterebbe a una chiusura d’anno di oltre 20 milioni di buco. Senza considerare le penali regionali per il mancato raggiungimento dell’obiettivo sulla puntualità. Ma questo è un altro discorso.

@FabioAMassa

LA RICHIESTA DI RETTIFICA DI TRENORD: RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

I dati pubblicati questa mattina dal sito Affaritaliani.it sono palesemente falsi e non corrispondono a verità. La testata avrebbe potuto facilmente verificare che il Contratto di Servizio, stipulato tra Trenord e Regione Lombardia (consultabile online) prevede, all’articolo 22, che per ogni posto, programmato e non offerto, viene applicata una penale pari 1,5 euro (e non 16 euro). Anche i numeri relativi alle decurtazioni di posti sono totalmente infondati. Per esemplificare, rispetto a quanto scritto, nel mese di febbraio a fronte dei 6,5 milioni di posti offerti, Trenord ne ha decurtati lo 0,53%, e non 130mila. Nei primi 5 mesi del 2015 le soppressioni dei treni sono diminuite di un terzo, rispetto allo stesso periodo del 2014. Non esiste perciò alcun “buco monstre” nei bilanci della società. L’azienda tutelerà i propri diritti di fronte alle competenti autorità.








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